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“Regia” metelliana per lo spaccio lucano

Bisogno gestiva i traffici di droga anche dal carcere di Lecce attraverso un microtelefono e la complicità di Zullo
“Regia” metelliana per lo spaccio lucano

CAVA DE’ TIRRENI – Il blitz antidroga di giovedì mattina a Ferrandina aggiunge un tassello inedito e importante nello scacchiere criminale lucano e della provincia di Matera in particolare. Il vasto giro di spaccio di hashish e cocaina, coordinato secondo gli inquirenti dal 20enne cavese Antonio Bisogno, apre nuovi scenari in un territorio in cui a predominare, negli ultimi decenni, erano stati piccoli sodalizi autoctoni che potevano contare, come più volte emerso dalle semestrali relazioni della Dda, su consolidati rapporti con la criminalità delle più vicine province pugliesi e calabresi.
Per la prima volta, infatti, nel territorio sembra farsi strada un asse che porta fino a Cava de’ Tirreni. E il “gancio”, secondo la Dda, sarebbe proprio il giovane Bisogno, rampollo dell’omonimo clan, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere insieme alla mamma 40enne, Antonella Casiero. Il 20enne (già in carcere per il tentato omicidio di un “rivale” in affari risalente alla notte di Pasqua dello scorso anno, episodio per il quale è stato condannato in primo grado a otto anni di reclusione), avrebbe fatto leva sui rapporti con il 44enne Vincenzo Zullo (a sua volta arrestato ma già detenuto in Sicilia), figlio di Dante e altro cognome che nella Valle metelliana rimanda ad un’associazione mafiosa dedita non solo allo spaccio ma anche alle estorsioni.
(dg)
riproduzione riservata

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