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De Rosa: «Saperi e imprese, un ecosistema virtuoso»

Il Cavaliere a una conferenza all’Università: «Così si può creare innovazione, occupazione e fiducia»
De Rosa: «Saperi e imprese, un ecosistema virtuoso»

Il rapporto tra l’Università e le imprese: bisogna tornare a creare valore reale per il Paese: lo sostiene il cavaliere Domenico De Rosa, Ceo di Smet, società leader in Europa nel settore della logistica, che ha recentemente partecipato all’Università di Salerno a una conferenza che ha riunito accademici, professionisti e rappresentanti istituzionali.

Cavaliere De Rosa, che valore attribuisce a questo dialogo tra mondo produttivo e mondo accademico?
È un valore fondamentale. L’università deve tornare a essere la fucina del pensiero e della competenza, ma anche un luogo capace di dialogare con la realtà produttiva. Le imprese vivono la prova del mercato ogni giorno e portano con sé una conoscenza concreta dei problemi del Paese. Quando formazione e impresa si incontrano, nasce un ecosistema virtuoso che crea occupazione, innovazione e fiducia.

Nel suo intervento all’Università di Salerno ha toccato il tema delle regole europee e del rischio di eccessiva burocratizzazione. Qual è la sua posizione?
L’Europa deve recuperare il senso della misura. Negli ultimi anni ha costruito un sistema normativo che spesso ignora la realtà industriale. L’iper-regolazione soffoca la crescita, scoraggia gli investimenti e allontana i giovani dal lavoro produttivo. Servono regole semplici e obiettivi concreti. Non si può confondere la sostenibilità con l’ideologia. L’ambiente si difende con la tecnologia, con l’industria e con la ricerca, non con i divieti.

Ha parlato con gli studenti anche di giovani e tecnologia. Cosa ha voluto trasmettere loro durante l’incontro?
Ho detto che la tecnologia non è un fine ma un mezzo. È l’uomo che deve guidarla, non subirla. L’intelligenza artificiale e l’automazione non devono spaventare, devono essere comprese, studiate, utilizzate per liberare le persone dalle mansioni più faticose e restituirle a ruoli più qualificati. Ai giovani ho detto di non perdere mai la passione, perché la passione è la vera energia rinnovabile.

La logistica è il settore in cui il suo gruppo è leader europeo. Che lezione può offrire all’università e alle istituzioni?
La logistica insegna che tutto è relazione, che ogni decisione ha un tempo preciso e un impatto diretto. È il laboratorio naturale dell’efficienza e dell’organizzazione. Se applicassimo la logica logistica alla politica, all’amministrazione e alla formazione, il Paese sarebbe più veloce, più concreto e più competitivo.

In un tempo di incertezze, qual è il messaggio conclusivo che vuole lasciare?
Di non farsi ingannare dal pessimismo. L’Italia ha ancora una forza straordinaria fatta di intelligenza, creatività e talento. Dobbiamo solo smettere di imitare modelli lontani e tornare a credere nelle nostre capacità. Serve coraggio, visione e una nuova alleanza tra chi studia e
chi produce. Solo così torneremo a creare valore vero per il Paese.

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