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Alla Fao si presenta il “Manifesto del cibo”

Giordano: "Questione di giustizia e democrazia"
Alla Fao si presenta il “Manifesto del cibo”

Il manifesto “Young Alliance for Local Food: A Manifesto for a Common Food Future”, promosso in collaborazione con la World Farmers Markets Coalition, sarà presentato oggi a Roma alla Fao, nel corso della sessione plenaria dedicata ai giovani leader del cambiamento. A farsi portavoce di questa iniziativa il professore salernitano Alex Giordano, docente di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università Giustino Fortunato di Benevento e direttore del Societing Lab del CeSMA dell’Università Federico II di Napoli nel Polo di San Giovanni a Teduccio, che sarà appunto tra i protagonisti del World Food Forum 2025, l’appuntamento globale promosso dalla Fao per costruire un futuro sostenibile dei sistemi agroalimentari.

Autore del volume “FoodSystem 5.0 – Dalla smart agriculture all’agricoltura umana”, Giordano propone da tempo un approccio che va oltre l’agricoltura di precisione, invitando ad “addomesticare le tecnologie” affinché siano al servizio delle comunità e non il contrario.

Uno dei grandi fraintendimenti della nostra epoca – spiega il professore salernitano – è l’idea che innovazione significhi esclusivamente tecnologia. Ma la verità è che le traiettorie dell’innovazione tecnologica sono progettate per conservare lo status quo e concentrare sempre più potere, dati e risorse nelle mani di pochi. In questo scenario, se vogliamo davvero riscrivere il futuro del sistema agroalimentare, non possiamo prescindere dalla centralità e dalla consapevolezza dei contadini, dei produttori locali, delle comunità rurali. Sono loro che custodiscono saperi, territori e biodiversità. Ma accanto a loro, dobbiamo finalmente riconoscere un primato di competenza in materia di futuro ai giovani. È proprio da qui che nasce l’urgenza di costruire una nuova alleanza transgenerazionale e territoriale: una rete globale di veri e propri avamposti culturali, ecologici e sociali. Presìdi capaci di vegliare su beni comuni come la biodiversità, la sovranità alimentare e la sicurezza dei territori. Non è solo una questione di innovazione: è una questione di giustizia e di democrazia”.

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