Maxi operazione nel salernitano contro la gestione illecita dei centri di accoglienza per migranti. All’alba del 1° ottobre 2025 i Carabinieri del NAS di Firenze, con il supporto del Comando Provinciale di Salerno, hanno eseguito cinque misure cautelari personali e disposto il sequestro preventivo di oltre 720mila euro nei confronti della Cooperativa Sociale Desy, con sede a Castel San Giorgio.
Gli arresti tra Castel San Giorgio, Mercato San Severino e Roccapiemonte
I provvedimenti hanno riguardato cinque persone, tutte legate a vario titolo alla cooperativa:
- Salvatore De Simone, 47 anni di Castel San Giorgio, considerato l’amministratore di fatto;
- Margherita Corrado, 48 anni di Castel San Giorgio, amministratore legale;
- Antonietta Angrisani, 47 anni di Roccapiemonte, collaboratrice;
- Giuliana Nocera, 37 anni di Mercato San Severino, psicologa;
- Guglielmo Capuano, 58 anni di Castel San Giorgio, collaboratore.
Le accuse: concussione e frode
Secondo le indagini, i cinque sono gravemente indiziati di concussione ai danni di richiedenti asilo, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata ai danni dello Stato e falsi ideologici.
Gli inquirenti contestano ai gestori della Desy di aver simulato l’erogazione di servizi fondamentali nei CAS del salernitano (tra Castel San Giorgio, Ascea, Felitto, Orria e Casalbuono), costringendo in alcuni casi gli ospiti a firmare registri falsi sotto minaccia.
I centri migranti nel mirino a Salerno
Le verifiche hanno documentato carenze igieniche e alimentari, mancata erogazione del pocket money e totale assenza di servizi di assistenza sanitaria, sociale e psicologica.
Dai controlli è emerso che, a fronte delle carenze, la cooperativa presentava false certificazioni e fatture duplicate alle Prefetture, ottenendo indebiti rimborsi.
Sequestrati 720mila euro
Il Gip ha disposto il sequestro preventivo dei conti correnti della Desy per oltre 720mila euro, ritenuti profitto dei reati contestati.
Indagini ancora in corso
L’inchiesta, partita da Pistoia e sviluppata anche in Campania, Toscana e Lombardia, ha messo in luce un sistema di mala gestione dell’accoglienza che, secondo gli inquirenti, mirava esclusivamente al guadagno economico a discapito della dignità e della salute dei migranti.
Gli indagati restano presunti innocenti fino a sentenza definitiva.