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Il reportage dai vicoli di Salerno: «Centro storico fuori controllo, intervenite o ci pensiamo noi»

di Eleonora Tedesco
Sos sicurezza in città, la rabbia dopo l’escalation di violenze: «Ridateci la nostra tranquillità»
Il reportage dai vicoli di Salerno: «Centro storico fuori controllo, intervenite o ci pensiamo noi»

Chanel era arrivato a Salerno fuggendo da sé stesso e dalla violenza. Era stato un modello, una strada pericolosa – quella della moda – se non si frequentano le persone giuste. Così era arrivata la dipendenza dalle droghe e dall’alcol. Lo hanno salvato le signore delle Fornelle che, fregandosene di quale fosse il Paese dell’Africa da cui proveniva, del colore della pelle o di quali fossero le sue preferenze in amore, lo hanno accolto e se ne sono prese cura, anche quando gli stupefacenti gli provocavano le allucinazioni, facendo in in modo che intraprendesse un percorso di cura. Queste donne conoscono uno per uno i nomi dei figli dei migranti che hanno le loro botteghe nel centro storico: li controllano come se fossero figli loro.
Eppure, adesso, qualcosa sta cambiando. Sono trascorsi pochi giorni dalle violenze a Largo Campo, punta dell’iceberg dell’escalation di microcriminalità che sta vivendo la parte antica di Salerno. Una di quelle signore, quando tenta di addormentarsi, riascolta distintamente le urla quasi bestiali. Rivede come se lo avesse davanti quel ragazzo grondante di sangue. «Ho più di 70 anni ma cose del genere non le ho mai viste. Sono notti che non dormo perché quello a cui ho assistito mi ha scioccata. Anche i carabinieri non si capacitavano di tutto quel sangue, ha lasciato una scia lungo tutta la strada», racconta. Dal bagno e poi dalla cucina di casa, proprio dietro Largo Campo, un’altra signora che sta attraversando la piazza con il carrello della spesa ha stampati ben in mente tutti gli attimi della rissa a bottigliate e spranghe di Santa Maria del Lama e poi quella del giorno dopo, proprio a Largo Campo, con il mare di sangue di un ragazzo ferito alla gola.
Sono le storie che attraversano i vicoli del centro storico, racconti di accoglienza e di convivenza che stanno lasciando il posto alle cronache di violenza, spaccio e microcriminalità. E che stanno lasciando lungo i vicoli del cuore antico della città una scia di paura ma soprattutto stanno seminando i germi di una rabbia che confina con il farsi giustizia da sé. «Noi abbiamo sempre vissuto con le porte aperte e non abbiamo mai avuto paura, se le istituzioni non sono capaci di garantirci sicurezza, allora lascino fare a noi. Ci hanno detto di raccogliere firme, noi ne possiamo raccogliere quante ne vogliono ma devono intervenire perché la situazione è fuori controllo», si sfoga una della donne punto di riferimento storico alle Fornelle.
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