Nella mattinata di oggi, militari della Guardia di Finanza dei Comandi Provinciali di Salerno e Potenza hanno eseguito un sequestro di prevenzione patrimoniale per un valore complessivo di 2,7 milioni di euro nei confronti di Gerardo Volpe, classe 1959, ex istruttore contabile dell’Ufficio Finanziario della Provincia di Salerno.
Il provvedimento è stato emesso nell’ambito delle misure di prevenzione patrimoniale previste dalla normativa antimafia.
Il caso Volpe: un tenore di vita incompatibile con i redditi dichiarati
Secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza, e allo stato condiviso dal Tribunale della Prevenzione, nel periodo compreso tra il 2005 e il 2012 Gerardo Volpe avrebbe condotto uno stile di vita del tutto sproporzionato rispetto alle proprie capacità economiche lecite.
In quegli anni, mentre ricopriva incarichi amministrativi pubblici, avrebbe accumulato un patrimonio immobiliare ingente e di valore, in particolare:
- Una villa su tre livelli nel quartiere Casa Manzo di Salerno, costruita “su misura”;
- Una villetta sul mare a Montecorice, località costiera del Cilento.
I procedimenti per reati contro la Pubblica Amministrazione
Volpe è coinvolto in numerosi procedimenti penali tuttora in corso, che ruotano attorno a reati contro la Pubblica Amministrazione, tra cui abuso d’ufficio, peculato e falso.
Tra le inchieste di maggiore rilievo figura anche quella relativa alle cosiddette “strade fantasma”, un presunto sistema di fondi pubblici destinati a lavori mai realmente eseguiti o documentati, emerso grazie alla denuncia dell’allora sindaco Angelo Vassallo, assassinato nel 2010.
Il sequestro come misura di prevenzione
Il sequestro, effettuato in base alle norme contenute nel Codice Antimafia, rappresenta una misura cautelare di carattere patrimoniale, applicata anche in assenza di condanna definitiva, qualora emergano gravi indizi di pericolosità economico-sociale e sproporzione evidente tra i beni posseduti e i redditi dichiarati.
L’intervento delle Fiamme Gialle mira a tutelare l’integrità delle risorse pubbliche e a contrastare l’accumulazione illecita di ricchezze da parte di soggetti che hanno rivestito ruoli di responsabilità nella gestione dei fondi pubblici.