Nessuna contestazione nel merito delle vicende ricostruite dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli sulle presunte gare d’appalto “aggiustate” all’Asl Napoli 1. Ma, in ogni caso, nell’avviso di conclusione delle indagini viene indicata una partecipazione nell’ipotizzata associazione a delinquere, rivestendo «la qualità dell’organizzazione delle attività».
È la ricostruzione dei fatti contestati dalla Procura di Napoli (Simone De Roxas il pm titolare delle indagini) al consigliere regionale salernitano del Pd e presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Santa Lucia, Franco Picarone: il “fedelissimo” del governatore Vincenzo De Luca, adesso, rischia il processo dopo la chiusura degli approfondimenti investigativi e la notifica degli avvisi di conclusione delle indagini recapitati negli ultimi giorni a lui e ad altre 27 persone al termine dell’inchiesta dei magistrati partenopei sugli “affari degli appalti” nella sanità che sta facendo luce su alcune forniture ritenute “sospette” aggiudicate dall’Asl Napoli 1 ad alcune ditte private (in particolare “Cis-Consorzio Italia Servizi”, Coop for Service” ed “Eivissa”).