Sono stati segnalati praticamente subito, già quando l’equipaggio della “Solidaire” ha caricato a bordo un centinaio di persone, salvate su due barchini alla deriva nelle acque del Mediterraneo, fra Malta e le coste libiche. Sospetti che si sono accresciuti nel corso del viaggio alla volta del Molo Manfredi. E che sono diventati ancora più concreti a terra, a Salerno, nella serata di lunedì. Lo sbarco di migranti numero 40 all’ombra del Castello d’Arechi sarà ricordato anche per essere stato l’approdo degli “scafisti ragazzini”: per due giovanissimi, infatti, dopo le indagini della Procura di Salerno delegate agli agenti della Squadra Mobile della Questura di Salerno guidati dal vicequestore Elvio Barbati e della sezione operativa navale della Guardia di Finanza, è scattato il fermo di indiziato di delitto per un egiziano di 19 anni e di un sudanese di appena 17 anni, entrambi accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
La ricostruzione
Secondo quanto ricostruito negli approfondimenti investigativi, infatti, i due “scafisti ragazzini” erano, di fatto, i “timonieri” di due delle tre imbarcazioni alla deriva da cui sono stati recuperati 111 migranti poi tratti in salvo a Salerno dalla “Solidaire”. La segnalazione di questa presenza a bordo era arrivata subito: già nei primi colloqui con gli operatori della Ong, infatti, alcuni migranti avevano raccontato l’accaduto, puntando il dito contro due precise persone.
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