La Procura Antimafia di Salerno, guidata dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, si prepara a impugnare la sentenza di assoluzione che ha fatto cadere nel vuoto tutte le richieste di condanna avanzate dal procuratore aggiunto Rocco Alfano nell’ambito del processo “Sarastra” sul presunto voto di scambio politico-mafioso a Scafati.
La scadenza
I giudici del primo collegio penale del Tribunale di Nocera Inferiore avevano assolto tutti gli imputati – tra cui il sindaco Pasquale Aliberti e la moglie, già ex consigliera regionale di Forza Italia, Monica Paolino – con la formula “perché il fatto non sussiste”, rigettando completamente l’impianto accusatorio fondato sulle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia. Ora, a sei mesi dal deposito delle motivazioni, la Procura Antimafia salernitana avrà tempo fino a metà giugno per decidere se e come presentare ricorso in Appello.
Le richieste
Le condanne richieste – per un totale di 38 anni – si basavano sul presunto appoggio elettorale del clan Loreto-Ridosso ad alcuni esponenti politici locali, un sostegno che secondo l’accusa sarebbe stato ricompensato con favori e appalti. Il procuratore aggiunto Alfano aveva costruito l’impianto processuale soprattutto sulle dichiarazioni di Massimo Fattoruso, fratello di Vincenzo “Spalluzzella” Fattoruso, ucciso in un agguato di camorra nel 2014. Parole che avevano scatenato le reazioni del nutrito collegio difensivo: secondo i legali, infatti, il collaboratore di giustizia si sarebbe limitato a riportare racconti altrui, non episodi vissuti in prima persona.
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