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Il gip sull’arresto del sindaco Fortunato: «Il paese era diventato “il mondo di Giovanni”»

di Alessandro Mosca
I retroscena dell'ordinanza: «Il primo cittadino abusava dei suoi poteri per controllare tutto». E spuntano le "rivelazioni" di un prete
Il gip sull’arresto del sindaco Fortunato: «Il paese era diventato “il mondo di Giovanni”»

«Attraverso l’uso distorto del mandato elettivo, ha trasformato un lembo di Golfo di Policastro nel “mondo di Giovanni”». Sono le considerazioni – pesanti – del gip del tribunale di Lagonegro, Guerino Francesco Grippo, nelle motivazioni con cui spiega il perché della necessità della misura cautelare degli arresti domiciliari spiccati nei confronti del sindaco di Santa Marina, Giovanni Fortunato.

Spaccati inquietanti

La ricostruzione del giudice in base alle indagini della Procura guidata dal facente funzioni Gianluca Grippo fa emergere degli spaccati inquietanti sulla situazione amministrativa di una delle località turistiche più apprezzate del Salernitano: «Fortunato – sottolinea il giudice – esercita la carica di primo cittadino da oltre 15 anni, fatta eccezione per un periodo coinciso con la sua elezione a consigliere regionale, parentesi in cui la carica è stata rivestita dal fratello Dionigi. Circostanza che gli ha consentito di acquisire un ruolo di egemonia nell’ambiente, posizione di supremazia platealmente riconosciuta al punto che i cittadini si rivolgono a lui con l’appellativo di “mullah”». Per il gip, dunque, Fortunato «non si limita a svolgere le funzioni in conformità alla carica rivestiva ma, abusando di tali poteri, si addentra nella gestione degli uffici comunali, in particolare dell’Ufficio tecnico comunale, diretto da persone perfettamente a lui allineate».

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