Mancano i riscontri e in più ci sono dubbi sulla credibilità di Romolo Ridosso, il grande accusatore degli altri tre indagati nell’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica assassinato nel settembre del 2010 e il cui delitto resta avvolto nel mistero da 14 lunghissimi anni. Con queste motivazioni, la Cassazione ha cancellato la misura cautelare dell’arresto in carcere e disposto il rinvio ad una nuova valutazione del Tribunale del Riesame di Salerno per il 55enne colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, il 63enne ex brigadiere dell’Arma Lazzaro Cioffi, entrambi detenuti al carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, e il 56enne imprenditore scafatese Giuseppe Cipriano, detto “Peppe Odeon”, ristretto nel penitenziario di Reggio Calabria.
Le dichiarazioni
Nella prospettazione di alcuni difensori, non considerata peregrina e da rivalutare dalla Suprema Corte, aleggia l’idea che Ridosso possa aver reso le dichiarazioni accusatorie per lucrare i vantaggi penitenziari previsti per i collaboratori di giustizia. In più, Ridosso avrebbe reso le dichiarazioni sull’omicidio Vassallo per allontanare da sé l’attenzione degli inquirenti: in base a quanto emerge dalle motivazioni della Cassazione, dunque, l’ex collaboratore di giustizia scafatese avrebbe realizzato un depistaggio alle indagini. Una serie di elementi che, dunque, ha portato a considerare «insufficienti e incomplete» le motivazioni alla base delle ordinanze di custodia cautelare.
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