“E adesso? Che fa, torna?…”: dai poliziotti della municipale a guardia dell’ingresso di Palazzo di Città passando ai dirigenti dei vari uffici del Comune di Salerno, continuando con assessori e consiglieri, il giorno dopo la bocciatura della Corte Costituzionale alla legge regionale che avrebbe spianato la strada verso il terzo mandato all’attuale presidente, Vincenzo De Luca, l’unica domanda è questa. Tra i corridoi dove difficilmente si intessono trame politiche e più di frequente si discetta delle sorti della Salernitana, non si parla d’altro; e non c’è nessuno che non senta che quel fantasma che ha aleggiato per tanti anni tra gli uffici di palazzo Guerra ritornerà in carne ed ossa al posto di sindaco che, nei fatti, non ha mai davvero abbandonato.
Indizi che fanno prove
«Durante la partita con il Palermo all’Arechi – confida uno dei suoi pasdaran, Lucio Figliolia, storico responsabile del Gonfalone oltre che dipendente del Cerimoniale – mi ha chiamato in disparte e si è informato sul mio imminente pensionamento. Gli ho spiegato che dopo 43 anni di servizio al Comune (di cui 20 con lui) era arrivato il momento. E il governatore, di tutta risposta, mi ha detto: “Aspetta…”. Se lui torna è ovvio che resto». Un indizio che, oggi suona come una prova del fatto che il presidente sia pronto a ritornare a fare il primo cittadino. «Per noi dipendenti – commenta una storica comunale – non cambia nulla se non il fatto che la macchina comunale avrà una fortissima accelerata. Anzi, da cittadina quasi lo auspicherei: così comincerebbe a funzionare tutto con maggiore efficienza».
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