La sindaca, Cecilia Francese, parla di «macchina del fango» in merito alla vicenda giudiziaria che la vede coinvolta e che ruota attorno alla realizzazione di una palazzina di sette piani sorta all’angolo tra via Olevano e via Marsala su suoli di proprietà della famiglia dell’ex primo cittadino di Battipaglia, Giovanni Santomauro. Entrambi finiti nell’indagine insieme al consigliere comunale Francesco Falcone ed al dirigente dell’Area tecnica del Comune, Carmine Salerno.
«È chiaro che se la magistratura sta facendo delle indagini, allora c’è una denuncia che spero di poter capire – dichiara Francesce -. Leggo dai giornali, che sarei indagata perché avrei fatto un accordo con Santomauro pre elettorale, mi sembra troppo. Qualsiasi cosa sia, io sono molto serena. Ho avuto solidarietà da parte di avvocati, magistrati, esponenti del mondo della cultura e di tante persone che non vogliono crederci. In un anno hanno indagato senza un nulla di fatto ed hanno chiesto una proroga di sei mesi. Attendiamo, ma alla fine vorrei comprendere come si sia arrivati a questa costruzione, anche perché quella licenza l’hanno avuta nel 2018 con sentenza del Tar. Il permesso a costruire è antecedente alla campagna elettorale. Però capisco che un magistrato si muove se vi è stata una denuncia. E vorrei capire chi l’abbia fatta e alla fine mi riservo io di tutto il fango che buttano addosso. Soprattutto di coloro che sputano sentenze senza conoscere i fatti. Se li sanno me li dicessero. Per quanto mi riguarda, ho la coscienza serena. È chiaro che devo credere nella magistratura e che alla fine si comprenderà la mia estraneità ai fatti come del mio ufficio. Non è questo il modo di fare politica».