Gaia Sabato e Fabio Fiorillo sono imputati per la morte del piccolo Francesco Pio D’Amaro. Alessandro Di Vico, pm titolare delle indagini sulla tragedia di Campolongo, ha chiesto il rinvio a giudizio dei due ex fidanzati, originari di Battipaglia ma residenti a Eboli, accusati di concorso in omicidio colposo: la 32enne e il 38enne sono i proprietari di Pablo e Totò, i due pitbull che, quel maledetto 21 aprile, dilaniarono il corpicino del bimbo, che aveva 13 mesi appena. Nei prossimi giorni, all’esito dell’udienza preliminare, il giudice Giovanni Rossi deciderà se accogliere o meno l’istanza d’azione penale avanzata dal sostituto procuratore.
I due sono difesi dagli avvocati Daniele Olivieri e Alfonso Criscuolo. La Procura ha identificato anche le persone offese, che avranno facoltà di costituirsi parte civile nel procedimento: si tratta del nocerino Francesco Pio D’Amaro, omonimo padre della piccola vittima, e della madre, l’ebolitana Paola Ferrentino, rappresentata dal legale Vittorio Schettino. La «colpa generica» addebitata alla Sabato e Fiorillo, a quanto si legge nel capo d’imputazione, consiste in «negligenza ed imprudenza». Quelle manifestate «nell’affidare la temporanea custodia dei cani» alla mamma del bimbo e ai suoi zii, Giuseppe e Simone Santoro, ritenuti «persone del tutto inidonee a occuparsi di cani così pericolosi e violenti». Il titolare delle indagini ravvisa anche una «colpa specifica», individuabile nell’omessa custodia dei due molossi (reato depenalizzato).