Irreperibile da una vita. L’ordine di carcerazione risale al finir d’agosto scorso, ma il battipagliese Massimo Colangelo, classe ‘65, è stato tradotto nella casa circondariale a Fuorni di Salerno soltanto lunedì scorso. Merito dei carabinieri della Sezione radiomobile del Norm della Compagnia di Battipaglia, temporaneamente agli ordini del capitano Donato Recchia, che, nel corso d’un controllo in via Vercelli, nel parcheggio ai piedi dell’ospedale Santa Maria della Speranza, si sono imbattuti nell’uomo in grado d’eludere per sette mesi gli effetti d’una condanna in via definitiva. Truffa: questo il reato del quale s’è reso colpevole, come sentenziato dalle toghe di primo grado del Tribunale di Torino in un verdetto mai impugnato, e quindi divenuto irrevocabile.
Di qui l’ordine di carcerazione emesso il 29 agosto scorso dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura del capoluogo piemontese. Solo che Colangelo non ha una fissa dimora, tant’è che, sulla carta, risulta residente nella Casa comunale di Battipaglia. Quando i militari dell’Arma lo hanno identificato, gli hanno notificato il provvedimento che dispone la traduzione in carcere e lo hanno portato in via del Tonnazzo, a Salerno. Il 59enne ha nominato l’avvocato Pietro Di Stefano, che non l’aveva mai assistito prima. Non è tutto, però, perché, oltre al provvedimento di carcerazione, i carabinieri di Battipaglia hanno notificato al detenuto pure la documentazione d’altri tre carichi pendenti accumulati in giro per l’Italia. Truffe, pure in questi casi.