«Gli imprenditori Spinelli detengono in via indiretta una quota di circa il 15% di Salerno Container Terminal SpA e non esercitano su di essa alcuna influenza non avendo per altro mai partecipato ai suoi organi sociali. Sporadici e non significativi contributi da parte della società alla politica hanno sempre strettamente seguito le indicazioni delle vigenti leggi in merito». Sono le parole del numero uno di Sct, Agostino Gallozzi, arrivate a poche ore dagli interrogatori per rogatoria dalla Guardia di Finanza di Genova, richiesti della Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli, agli imprenditori Aldo e Roberto Spinelli.
I due, assistiti dall’avvocato Alessandro Vaccaro, sono stati ascoltati come persone informate dei fatti: un interrogatorio molto breve in cui sono stati richiesti i rapporti con la Sct, società salernitana della logistica portuale di cui – tramite la propria partecipazione nella società d’investimento Icon – detengono alcune quote. E, in particolare, l’attenzione si è soffermata su eventuali finanziamenti elargiti nelle ultime elezioni Regionali all’attuale governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Una vicenda su cui stanno cercando di fare luce i pm salernitani che hanno aperto un fascicolo a “modello 45”, al momento senza indagati e ipotesi di reato. Spinelli e il figlio si sono detti all’oscuro di tutto, non avendo avuto nel corso degli anni – il loro ingresso con la quota minoritaria in Salerno Container Terminal risale all’aprile del 2018 – alcun interesse gestionale all’interno della società. Una versione confermata anche da Gallozzi che ha ribadito nella sua dichiarazione come gli Spinelli non abbiano alcuna influenza in quanto non rappresentati negli organi sociali.
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