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Alfieri, resta il nodo competenza territoriale: tocca alla Cassazione

di Alessandro Mosca
Chiesto il rinvio della discussione del processo che vede Alfieri imputato: decisioni "congelate" in attesa del chiarimento della Suprema Corte
Alfieri, resta il nodo competenza territoriale: tocca alla Cassazione

Qualcuno, all’uscita dal tribunale di Salerno, l’ha definita una “udienza anomala”. Perché ogni sviluppo, adesso, dovrà passare inevitabilmente per la decisione della Cassazione (l’udienza è prevista il prossimo 14 febbraio). Resta il nodo della competenza territoriale del tribunale di Salerno dopo lo start del processo. Imputati il sospeso presidente della Provincia e sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri; la sorella del politico di spicco del Pd e amministratrice della società “Alfieri Impianti”, Elvira Alfieri; il già procuratore speciale e l’amministratore della società “Dervit” di Roccadaspide, Alfonso D’Auria e Vittorio De Rosa; l’ex capostaff del primo cittadino pestano, Andrea Campanile; il funzionario dell’Ente della città dei Templi, Carmine Greco. Ieri, infatti, davanti al secondo collegio della seconda sezione penale presieduto dal giudice Donatella Mancini, è stato incardinato il processo con il rito immediato per i sei imputati, accusati a vario titolo di turbata libertà degli incanti e corruzione in concorso dopo l’inchiesta della Procura di Salerno sugli “affari” degli appalti per la pubblica illuminazione a Capaccio Paestum e non solo.

La decisione di San Valentino

Il collegio giudicante ha fatto slittare ogni decisione di merito alla prossima udienza del 20 marzo: i difensori degli imputati (nel pool di legali gli avvocati Agostino De Caro, Domenicantonio D’Alessandro, Cecchino Cacciatore, Antonello Natale ed Enrico Tedesco) hanno subito presentato l’eccezione preliminare della competenza territoriale del tribunale di Salerno. Il nodo che dovrà dirimere la Cassazione nel giorno di San Valentino: mentre per il pm Alessandro Di Vico (che ha chiesto il rigetto dell’eccezione preliminare) il reato più grave, quello della corruzione, è stato consumato a Capaccio Paestum (per cui territorialmente è competente la Procura di Salerno che ha svolto le indagini), i legali hanno invece evidenziato che la possibile corruzione è stata invece consumata a Torchiara, luogo dove ha sede la filiale della banca su cui sono stati ricevuti dalla “Alfieri Impianti” i soldi provenienti dai subappalti sospetti della “Dervit”. Per il Comune dove ha residenza proprio Alfieri, invece, è competente la Procura di Vallo della Lucania. I giudici, però, hanno deciso di proseguire comunque l’udienza con la presentazione delle eccezioni preliminari e le costituzioni delle parti civili: ogni decisione nel merito, però, arriverà soltanto il prossimo 20 marzo, a pronuncia effettuata della Cassazione.

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