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Salerno, parto dannoso: un milione dal “Ruggi”

di Alessandro Mosca
Azienda condannata al maxi-risarcimento nei confronti di una famiglia: i sanitari causarono tetraparesi spastica
Salerno, parto dannoso: un milione dal “Ruggi”

Un milione di euro. È la cifra che il tribunale di Salerno, con sentenza dello scorso dicembre, ha riconosciuto ai familiari di una bimba nata nel lontano 1999 all’ospedale Ruggi di Salerno. Un parto che non è andato per il meglio: la nascitura, infatti, ha riportato dei danni permanenti che per i giudici sono stati causati dalle cattive pratiche utilizzate durante le fasi del travaglio. E, dopo l’analisi della situazione, il tribunale ha accolto la maxi richiesta di risarcimento del danno, superando anche le richieste di prescrizione del reato. Per i giudici di Salerno, infatti, la prescrizione in questi casi decorre da quando «il danneggiato acquisisce piena consapevolezza delle lesioni e della loro riconducibilità alla condotta colposa dei sanitari».

Il caso di malasanità

La vicenda nasce nell’aprile del 1999: la donna incinta venne ricoverata per il parto al Ruggi dopo una gravidanza che non aveva visto particolari complicazioni. E, anche nel travaglio, inizialmente non emersero particolari problemi: i tracciati risultavano nella norma, così come le dilatazioni cervicali erano progressive e, dunque, regolari. Ma, nonostante questa corretta evoluzione della situazione, così come ricostruito nelle denunce e nel dibattimento, gli operatori sanitari del Ruggi decisero di somministrare alla donna l’ossitocina, l’ormone utile a facilitare l’induzione del parto, motivando la decisione con una presunta ipocinesia uterina che, però, non era risultata nei tracciati. Successivamente, poi, gli operatori del “Ruggi” decisero di applicare alla donna anche una ventosa ostetrica anche in assenza – si legge ancora nella sentenza – di «documentate indicazioni cliniche per tale intervento operativo».

Insomma, il parto fu “forzato” nonostante gli accertamenti non mostrassero particolari problemi: la neonata, alla nascita, manifestò subito una grave compromissione delle sue funzioni vitali, tanto da essere rianimata e successivamente ricoverata nella Terapia intensiva neonatale del Ruggi. I successivi accertamenti, poi, evidenziarono la presenza di gravi lesioni cerebrali conseguenti all’asfissia intrapartum: danni permanenti che hanno configurato una tetraparesi spastica e un ritardo mentale medio-grave.

L’ARTICOLO INTEGRALE SULL’EDIZIONE CARTACEA DEL QUOTIDIANO

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