Stop al cantiere della discordia. Imperativo categorico del dirigente dell’Ufficio tecnico municipale, l’ingegnere capo Carmine Salerno, a Giovanni Lanzetta, patron della Servizi & Sviluppo, la società proprietaria dell’eterno scheletro che svetta sulla villa comunale Ezio Maria Longo, in via Domodossola di Battipaglia. L’ordinanza, per mezzo dell’avvocato Marcello Fortunato, è stata impugnata al cospetto delle toghe della Seconda sezione salernitana del Tribunale amministrativo regionale, presieduta dal giudice Nicola Durante, che nella mattinata di ieri ha disposto il dimezzamento dei canonici termini per la fissazione della camera di consiglio nel corso della quale i magistrati di Largo San Tommaso dovranno decidere se congelare gli effetti del diktat municipale.
Il precedente sopralluogo
Il provvedimento dell’ingegner Salerno, che risale al 23 dicembre scorso, ha imposto la sospensione immediata dei lavori in via Domodossola, partiti al tramonto di un’articolatissima battaglia giudiziaria dall’epilogo (sul finir del 2023) favorevole ai privati, capaci di dimostrare l’illegittimità del diniego municipale poiché tardivo rispetto ai termini di legge. A 14 anni dal sequestro penale del 2010 (ai danni di un’altra società: la Servizi ha rilevato lo scheletro all’asta), quindi, l’anno scorso, nel cantiere di via Domodossola, si rividero gli operai. Gli stessi che, al crepuscolo del 2024, sono stati costretti a fermarsi. A dicembre, infatti, il responsabile del Servizio municipale controlli edilizi, l’ingegner Attilio Busillo, in compagnia degli agenti della polizia municipale, agli ordini del tenente colonnello Giuseppe Forte, ha condotto un sopralluogo nell’area dei lavori.
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