Sale operatorie chiuse, due reparti in fase di trasloco, visite e interventi rinviati, esami e accertamenti ambulatoriali fermi al palo. Più che un ospedale, ieri mattina il Maria Santissima Addolorata somigliava alla stazione Termini di Roma, in uno dei recenti giorni di blackout dei treni.
Pazienti indignati, urla di protesta, quattro carabinieri a calmare gli animi, vigilantes a macinare chilometri nei fumantini corridoi, medici esasperati, una rissa verbale tra due camici bianchi, addetti alle pulizie trasformati in facchini di un’improvvisata azienda di traslochi. Un caos mai visto. Con la paralisi quasi totale delle prestazioni. Incluse quelle dell’ufficio ticket che a un certo punto non sapeva a quale giorno prenotare le cataratte di Oculistica. Per solidale confusione, anche il laboratorio analisi è partito in ritardo: «Hanno mandato le analisi a Vallo della Lucania».