«Non si esclude il configurarsi del danno ambientale». L’ingegnere Anna Carrafiello e l’architetto Angela Costantino, preposte al Servizio ambiente municipale, lo hanno scritto a chiare lettere in calce alla relazione che ha portato al sequestro preventivo delle linee di produzione del sansificio della Sios, notificato nel tardo pomeriggio di giovedì, non appena a Palazzo di città sono stati recapitati i rapporti di prova dei prelievi (effettuati dai tecnici convenzionati della Nisida, in occasione del sopralluogo del 3 dicembre scorso delle addette comunali e degli agenti della polizia locale, ed esaminati dal laboratorio Analisis di Angri), ed eseguito nella mattinata di ieri dai caschi bianchi diretti dal tenente Domenico Di Vita.
La violazione
Dodici volte tanto. Le due dipendenti di Palazzo di città alludono alla presunta violazione del Codice dell’ambiente e al possibile deterioramento del terreno battipagliese, che potrebbe aver subito una contaminazione con un rischio significativo di effetti nocivi, anche indiretti, sulla salute umana. I risultati degli esami sui due campioni di reflui prelevati nei pozzetti d’ispezione degli scarichi in fogna e sul suolo, d’altronde, sono impietosi, con tracce consistenti di metalli nei liquami prodotti dallo stabilimento che svetta sulla Statale 18 e che da anni è messo all’indice dai battipagliesi che lamentano emissioni odorigene moleste. Nel primo caso, giusto per dare un’idea, in un litro di liquido sono stati rinvenuti 59 milligrammi di ferro: considerando che il valore limite imposto dalla legge è fissato a quota quattro, è come moltiplicare la soglia per 12. Non potrebbe esserci più d’un milligrammo di zinco: il laboratorio ne ha trovati 7,3.
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