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«Chiamato per la sperimentazione dopo la morte»

di Francesco Ienco
Il calvario dei De Vita: papà Rodolfo è stato convocato troppo tardi dal “Vanvitelli”
«Chiamato per la sperimentazione dopo la morte»

Una storia di fede e speranza, ma anche di paura e tormento per un 77enne di Castel San Giorgio e chi gli è stato vicino. Rodolfo De Vita ha perso la vita il 9 novembre a causa di un tumore ma la sua famiglia non vuole dimenticare la battaglia che, con tenacia e coraggio, ha combattuto per due anni. Ovvero da quel settembre 2022 quando, a causa di un mal di schiena, fece una radiografia. Fu allora che scoprì il “mostro”, un cancro al pancreas, da rimuovere tempestivamente.

Nel giro di 15 giorni finì sotto i ferri alla clinica Cobellis a Vallo della Lucania, operato dal professor Cristiano Huscher (scomparso ad agosto di quest’anno in un incidente stradale). «Gli aveva salvato la vita, eravamo molto fiduciosi», racconta la figlia Adele. In seguito l’uomo affrontò tre cicli di chemioterapia che sembravano dare i risultati sperati. «L’ultimo in particolare era molto positivo, il tumore non c’era più. Mio padre aveva trascorso il Natale con noi godendosi la nipotina nata una settimana prima che scoprisse il tumore».

L’ARTICOLO COMPLETO SULL’EDIZIONE ODIERNA DEL QUOTIDIANO CARTACEO

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