Spingersi oltre le frontiere dell’ortopedia tradizionale per abbracciare un approccio che intreccia innovazione e cura della persona nella sua totalità: questa è la visione del dottor Alberto Astone, specialista in Ortopedia e Traumatologia, che vede nella prevenzione e nella rigenerazione il futuro della medicina. Con uno sguardo che unisce passione per la chirurgia e profonda attenzione ai processi di guarigione naturale, il dottor Astone ha rivoluzionato il modo di trattare le patologie articolari attraverso tecniche microchirurgiche avanzate e terapie antiaging. In questa intervista, il dottor Astone ci conduce nel suo mondo, dove ogni gesto e ogni decisione sono pensati per offrire al paziente benessere duraturo e qualità di vita, raccontandoci i traguardi raggiunti, le sfide quotidiane e le nuove frontiere della medicina rigenerativa.
Dr. Astone, come ha scelto la carriera medica, in particolare la specializzazione in Ortopedia e Traumatologia? Qual è stato il percorso che l’ha portata a diventare uno specialista?
Durante gli anni del liceo, probabilmente “influenzato” dal compagno di mia madre, specialista in Chirurgia d’Urgenza, e spinto dal desiderio di poter aiutare le persone a migliorare la loro qualità di vita. L’ortopedia mi ha affascinato per il suo impatto diretto sulla mobilità e sull’autonomia dei pazienti, aspetti essenziali per uno stile di vita attivo e indipendente. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia, ho deciso di specializzarmi in Ortopedia e Traumatologia, dove ho potuto approfondire tecniche chirurgiche e non chirurgiche per trattare le patologie muscolo-scheletriche. Ho sviluppato un interesse particolare per la chirurgia dell’estremità (mano/piede) e la medicina rigenerativa e preventiva, esplorando approcci innovativi per ridurre la necessità di interventi invasivi. Questa passione mi ha portato a scrivere il libro Ortopedia Olistica Antiaging, in cui condivido la mia visione e le tecniche che ho sviluppato per offrire un trattamento completo ai pazienti affetti da artrosi.
Ci può spiegare in cosa consistono le tecniche microchirurgiche e quali benefici portano ai pazienti rispetto ad altre tecniche maggiormente invasive?
Le tecniche microchirurgiche rappresentano un’evoluzione significativa nel campo chirurgico. Sono interventi eseguiti con microscopi operativi e strumenti estremamente precisi che permettono di lavorare su strutture anatomiche di dimensioni minime. Dopo centinaia di ore di pratica e formazione avanzata in microchirurgia, ho acquisito le competenze per eseguire interventi rispettosi delle strutture anatomiche, minimizzando il trauma chirurgico. Questo approccio si allinea con la mia filosofia di ortopedia olistica antiaging, che mira a trattare le patologie nel modo meno invasivo possibile, stimolando i processi naturali di rigenerazione del corpo. Tuttavia, attualmente non pratico più questo tipo di chirurgia, in quanto richiede una squadra multidisciplinare specializzata e percorsi specifici disponibili solo in alcuni centri di microchirurgia.
Quali sono le principali tecniche di prevenzione e consigli utili?
La prevenzione e i trattamenti conservativi sono pilastri fondamentali nel mio approccio. Le principali tecniche includono l’ analisi del passo, dove si valuta l’appoggio plantare del paziente per identificare squilibri o stress sulle articolazioni, correggendo con esercizi specifici o ortesi personalizzate. Con l’analisi del capello identifichiamo carenze minerali e tossine, personalizzando trattamenti nutrizionali e terapie di supporto come l’IV-therapy e la dieta anti-artrosi. Proprio questa consiste in una corretta alimentazione, ricca di antinfiammatori naturali (omega-3, antiossidanti) e priva di cibi raffinati, zuccheri, glutine e latticini, aiuta a ridurre l’infiammazione cronica. Si può includere l’ IV-Therapy e Ossigeno-Ozonoterapia, consistenti in infusioni di vitamine e minerali migliorano la salute cellulare. L’ossigeno-ozonoterapia favorisce l’ossigenazione dei tessuti, riducendo dolore e infiammazione. Infine menziono l’idrocolonterapia, che purifica il corpo eliminando tossine accumulate nel colon, riducendo l’infiammazione sistemica associata a patologie come l’artrosi, e il set di terapie infiltrative: L’acido ialuronico e il PRP lubrificano le articolazioni, migliorano l’ambiente intra-articolare e promuovono la rigenerazione del tessuto cartilagineo.
Grazie alla sua esperienza in diverse realtà italiane, quali sono le principali differenze tra il Sud e il Centro/Nord Italia?
Al Centro/Nord Italia, le strutture sanitarie hanno maggiori risorse economiche e tecnologiche, consentendo un accesso più facile a tecniche avanzate, anche se a volte l’approccio è più standardizzato. Al Sud, dove opero attualmente, ho riscontrato un’attenzione al rapporto umano con il paziente. Nonostante le risorse siano più limitate, c’è una forte considerazione per l’individuo nella sua totalità. Dopo quattro anni in ospedale, mi sono dimesso per la mancanza di programmazione e gratifiche, orientandomi verso la libera professione. Ora collaboro con il Campolongo Hospital, dove, nonostante le limitate risorse economiche, ci sono tecnologie innovative e un’eccellente organizzazione. Mi piacerebbe vedere maggiore omogeneità nell’accesso alle cure in tutta Italia, combinando il meglio delle realtà nord e sud.
Quali qualità e competenze considera fondamentali per avere successo in una carriera medica e ortopedica?
Ai giovani consiglio di trovare una vera passione, come è stato per me. Solo una passione autentica può sostenere lo studio e il desiderio di aiutare gli altri. È essenziale avere una mente aperta e curiosa, pronta ad apprendere, perché la medicina è in continua evoluzione. In ortopedia, le competenze manuali sono cruciali, così come la conoscenza dell’anatomia e della biomeccanica umana. Inoltre, qualità come l’empatia, la pazienza e la capacità di ascolto sono essenziali per instaurare un rapporto di fiducia con i pazienti.
Come vede l’evoluzione della medicina ortopedica e traumatologica nei prossimi anni, specialmente in relazione all’Intelligenza Artificiale?
L’intelligenza artificiale sarà fondamentale per il futuro della medicina ortopedica. L’IA potrà migliorare la precisione delle diagnosi e analizzare grandi quantità di dati per identificare pattern e prevedere l’evoluzione delle patologie muscolo-scheletriche. Nella medicina rigenerativa, l’IA potrebbe aiutare a sviluppare terapie sempre più personalizzate e a monitorare in tempo reale i progressi dei pazienti, migliorando l’efficacia delle terapie e riducendo i costi.
Ci racconti uno dei momenti più significativi della sua carriera.
Uno dei momenti più gratificanti è stato vedere i risultati positivi del mio approccio su pazienti considerati candidati solo per la chirurgia. Ricordo un paziente con artrosi avanzata al ginocchio che, grazie a trattamenti personalizzati come PRP, acido ialuronico e dieta, ha riportato una significativa riduzione del dolore e miglioramento della mobilità, senza ricorrere alla chirurgia. Un altro momento significativo è stata la pubblicazione del mio libro Ortopedia Olistica Antiaging, apprezzato da colleghi e pazienti. Questo riconoscimento ha rafforzato la mia convinzione nell’importanza di approcci innovativi e olistici.
Progetti futuri e auspici per il territorio dal punto di vista sanitario?
Desidero sviluppare ulteriormente il modello di ortopedia olistica antiaging, integrando nuove tecnologie e approcci terapeutici. Vorrei ampliare la mia ricerca sulle terapie rigenerative e preventive, promuovendo una medicina più preventiva e meno invasiva attraverso seminari, workshop e formazione. Mi auguro una maggiore uniformità nell’accesso a terapie avanzate in tutto il territorio italiano, con investimenti in infrastrutture e tecnologie innovative. L’obiettivo è garantire cure di alta qualità per tutti i pazienti, promuovendo prevenzione e rigenerazione per il benessere della popolazione.