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Scandalo coop a Salerno: «Condannate Zoccola e Savastano»

di Salvatore De Napoli
Affaire "sociali", la requisitoria del pm: chiesti 4 anni e 8 mesi per l'imprenditore, 4 anni e un mese all'esponente politico
Scandalo coop a Salerno: «Condannate Zoccola e Savastano»

Un vero e proprio cartello di cooperative sociali che si assicurava la manutenzione del verde pubblico a Salerno, grazie alla complicità di politici e funzionari, per moltissimi anni. Questa è l’estrema sintesi dei raporti tra le ditte che per lungo tempo hanno curato le manutenzioni in città e gli esponenti politici che ha portato i pubblici ministeri Guglielmo Valenti ed Elena Cosentino a concludere il processo dopo due anni di udienze con la richiesta di condanna dei due imputati Fiorenzo Zoccola, detto Vittorio, a quattro anni e otto mesi di reclusione e per l’ex assessore alle politiche sociale, poi eletto in consiglio regionale, Giovanni Savastano, detto Nino, a quattro anni e un mese. Entrambi sono accusati di corruzione elettorale e di turbativa della scelta del contraente per un appalto della manutenzione del verde pubblico.

Le proroghe illegittime

Per i due pm, sarebbero state illegittime le proroghe concesse dagli uffici comunali di Salerno dal 2002 fino allo stop alle attività delle coop dei vari affidamenti dei servizi di cura del verde pubblico cittadino. Il commercialista Salvatore Carli, sentito quale consulente della Procura, ha valuto in 43 milioni di euro l’ammontare degli affidamenti diretti e le proroghe concesse dal Comune di Salerno al sistema delle cooperative salernitane che avrebbero avuto in Zoccola un punto di riferimento. Una serie di decisioni culminate in quella più clamorosa, nel suggerire il cambio dei presidenti delle cooperative per superare i rilievi dell’Anac e l’inizio delle indagini della Procura di Salerno che aveva effettuato anche una serie di perquisizioni in merito. Un ruolo centrale non avrebbe avuto solo Luca Caselli, dirigente responsabile del settore – anche lui indagato – ma la politica. Il tutto sarebbe stato possibile grazie proprio al vantaggio politico che ne avrebbero avuto alcuni amministratori, tra cui Nino Savastano, candidato eletto al Consiglio regionale dopo le elezioni del 2020. Anzi Savastano sarebbe stato un elemento di congiunzione tra il mondo delle coop e la politica salernitana.

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