Con i suoi 1898 metri di altezza, il Monte Cervati è tra le maggiori vette della regione. Una imponente montagna, situata nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, patrimonio dell’Unesco, meta di escursionisti e appassionati di outdoor tutto l’anno. Nella veste invernale, con la neve a colorare di bianco, ogni cosa è di particolare bellezza. Tante le attività sul Monte Cervati nei mesi freddi, dalle escursioni con sci o ciaspole, ai giochi sulla neve alle degustazioni di prodotti tipici nel rifugio in montagna. Tre i percorsi per raggiungerlo e viverlo, da Sanza, Piaggine e Monte San Giacomo.
Ma il Monte Cervati non è solo un luogo di avventura, è anche un luogo di grande importanza naturalistica, con una grande varietà di flora e fauna. Infatti, sul Cervati sono state censite più di 1400 specie di piante, tra cui numerose specie di orchidee, ed è habitat naturale di molte specie di animali. A raccontarla è stata Dionisia De Santis , esperta in botanica, ideatrice e responsabile del Centro Studi per la flora spontanea “Zephiro” in una pubblicazione, possa essere una potente alleata per il nostro pianeta. Le foreste di Cystoseira ospitano una varietà impressionante di specie marine. Tra i suoi intricati rami trovano nutrimento e protezione piccoli abitanti dei fondali come i nudibranchi, dalle forme e colori vivaci, e i curiosi paguri, attratti dai microrganismi che crescono tra le alghe.
Altre specie sfruttano le praterie per mimetizzarsi: pesci come la scarpena e la vivace bavosa gialla trovano riparo tra le fronde di Cystoseira, creando un microcosmo pulsante di vita. Questo habitat complesso non è solo un luogo di protezione, ma anche un punto d’incontro per una rete di relazioni ecologiche, dove predatori, prede e simbionti convivono in un equilibrio delicato.
Nonostante il suo valore ecologico, le praterie di Cystoseira sono minacciate da molteplici fattori. Tra questi, uno squilibrio nella catena alimentare marina. Pesci erbivori come le salpe, spesso ignorati dai pescatori, proliferano incontrollati mentre i loro predatori naturali vengono catturati. Questo squilibrio tra prede e predatori può causare la sovrappopolazione degli erbivori e di conseguenza la diminuzione della copertura delle foreste marine.
Questo sbilanciamento provoca una riduzione delle alghe, compromettendo l’intero ecosistema. Altre minacce includono l’inquinamento, il cambiamento climatico e l’intensa pressione antropica, che riducono la copertura delle foreste marine e mettono a rischio la biodiversità che dipende da esse. Le praterie di Cystoseira nel Parco Nazionale del Cilento, vallo di Diano e Alburni rappresentano un patrimonio naturale di inestimabile valore. Proteggerle significa preservare non solo un habitat fondamentale per numerose specie marine, ma anche un alleato indispensabile per la salute del pianeta.
Il progetto REEForest si occupa di restauro ambientale e di ripristinare le foreste di Cystoseira degradate dall’impatto umano e coinvolge anche il Parco nazionale del Cilento, vallo di Diano e Alburni di cui è presidente Giuseppe Coccorullo. Infatti nella prima settimana di novembre, dal 4 all’8, presso Punta Licosa, all’interno dell’AMP Santa Maria di Castellabate è stato effettuato dai ricercatori ISPRA il monitoraggio delle praterie di Cystoseira.