Tra i due litiganti, il terzo finisce ingiustamente senza lavoro e senza reddito, viene da pensare parafrasando un modo di dire. Perché dopo 18 anni, a causa delle beghe tra proprietari di due stabili accanto (proprietari anche rispettivamente del negozio e di un appartamento sovrastante) e delle loro vecchie – e mai sanate – ruggini, Antonio D’Amico, titolare del salone di barbiere al civico 159 B di via Irno, ha dovuto chiudere la sua bottega. I due, infatti, si danno battaglia da tempo contendendosi il diritto a soprelevare il palazzotto accanto a quello del barbiere che, nei fatti, è ostaggio dei due che condividono la proprietà dei locali, uno al primo piano e uno al piano terra dove si trova il salone.
Le verifiche
Giovedì scorso, al culmine dell’ennesima lite, sono stati chiamati i vigili del fuoco che, dopo aver effettuato alcune verifiche sul posto, hanno dichiarato inagibile lo stabile, acclarando un pericolo di stabilità della struttura che non era certamente nuovo ai proprietari dell’immobile. Il risultato è che ora l’artigiano salernitano non può lavorare nonostante debba mantenere la famiglia e abbia un mutuo da pagare. «Mi appello al Comune e a qualche privato affinché mi mettano a disposizione temporaneamente un locale già ristrutturato per poter lavorare», l’appello del barbiere di via Irno che, da qualche giorno, all’ingresso dell’attività ha esposto un cartello in cui motiva la chiusura proprio a causa dell’inagibilità dello stabile. «Già in pochissimo tempo ho perso tantissimi clienti e la prospettiva di stare fermo nel periodo delle festività natalizie mi sconvolge».
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