Bocche cucite. C’è il massimo riserbo su ciò che Romolo Ridosso, collaboratore di giustizia di Scafati, ha riferito nell’interrogatorio di garanzia fiume arrivato dopo l’arresto per il suo coinvolgimento nell’inchiesta sull’omicidio di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica assassinato il 6 settembre del 2010, la cui morte è rimasta avvolta nel mistero per 14 lunghissimi anni. La scorsa settimana la svolta, con l’esecuzione di quattro misure cautelari – richieste dalla Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli – da parte dei carabinieri del Ros di Roma: in carcere, oltre a Ridosso, sono finiti il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l’ex brigadiere dell’Arma Lazzaro Cioffi, l’imprenditore scafatese Giuseppe Cipriano, tutti accusati di concorso in omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e delle finalità mafiose.
La pista
Dopo depistaggi e false ipotesi, l’inchiesta della Procura – già da qualche anno – si è indirizzata verso la pista della droga, su quei traffici che nell’estate del 2010 sarebbero avvenuti in particolare ad Acciaroli che Vassallo aveva scoperto e che era pronto a denunciare. Un’inchiesta che, però, potrebbe trovare nuovi elementi dopo l’interrogatorio fiume di Ridosso.