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Clan, affari e voto di scambio. Giugliano: «Così scelsi Carillo»

Ha parlato il noto imprenditore che ha interessi anche a Scafati
Clan, affari e voto di scambio. Giugliano: «Così scelsi Carillo»

Il consenso popolare, pietra angolare per chi fa politica ma anche per la camorra. Attorno a questo consenso ruota tutta l’inchiesta della Dda di Napoli che ha visto finire agli arresti domiciliari il sindaco di Poggiomarino, Mario Falanga, il suo vice Luigi Belcuore e il noto imprenditore, Franco Carillo, con importanti interessi anche a Scafati. L’epicentro criminale sarebbe stata, quindi, Poggiomarino, come ai tempi della Nuova Famiglia dei boss Pasquale Galasso e Carmine Alfieri, che avevano esteso la loro influenza al Vesuviano e nell’Agro nocerino fino a Pagani e Nocera da un lato e Scafati dall’altro.

Le mani sull’edilizia

Un passato che si riproponeva con il clan guidato da Rosario Giugliano, 63enne detto ‘o minorenne, interrotto prima dalla Dda di Salerno e poi da quella di Napoli. Per realizzare il piano di Giugliano – quello di mettere le mani sull’edilizia, la fornitura di manodopera ad aziende e gli appalti – era necessaria la politica e un gancio con essa. E quel gancio ‘o minorenne lo individuò nell’imprenditore Carillo.

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