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Alfieri e il giallo dei contatti a Fuorni, la furia di Castelluccio

Il consigliere di Pontecagnano tirato in ballo da Iannone: «Sono accuse senza fondamento»
Alfieri e il giallo dei contatti a Fuorni, la furia di Castelluccio

«Le accuse sono destituite di fondamento, mi lasciano di stucco e mi addolorano considerando il mio rispettabile percorso professionale, politico e umano». È la premessa di Beniamino Castelluccio, consigliere comunale di area dem di Pontecagnano Faiano, trovatosi improvvisamente nella bufera per un possibile coinvolgimento nelle vicende che stanno riguardando Franco Alfieri, il (sospeso) presidente della Provincia e sindaco di Capaccio Paestum finito in carcere a Fuorni lo scorso 3 ottobre dopo l’inchiesta della Procura di Salerno sugli affari degli appalti per la pubblica illuminazione nel comune pestano.

La querela

Castelluccio ha dato già mandato ai suoi legali di procedere a una querela per diffamazione nei confronti di Antonio Iannone: il senatore salernitano di Fratelli d’Italia, infatti, nella mattinata di ieri ha pubblicato il testo di un’interrogazione presentata al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per chiedere lumi proprio sulla vicenda Alfieri e sulle presunte videochiamate che avrebbe avuto dal carcere di Fuorni. Iannone ha poi allegato la fotografia proprio di Castelluccio, da tempo in servizio come agente della penitenziaria proprio al carcere di Salerno.

La risposta

«È chiara la volontà di ledere la mia persona e la mia integrità affermando che, durante lo svolgimento del mio lavoro di assistente capo coordinatore, avrei consentito una videochiamata tra Alfieri e una persona esterna alla struttura – ha evidenziato Castelluccio –. Chi mi conosce sa che ho dedicato la mia vita alle istituzioni, avendo alle spalle 28 anni di servizio, di cui circa venti al Gruppo Operativo Mobile che vigila su persone soggette al regime del carcere duro. Ho lavorato sempre con dedizione ed alto senso di responsabilità, integrando il mio impegno professionale con quello di consigliere comunale, tenendo separate le due cose. Proprio per questo, appena avvertite le prime voci relative al mio presunto e infondato coinvolgimento in questa vicenda, mi sono rivolto prima al comando del carcere, che ringrazio per avermi espresso massima fiducia, e poi alla Procura, alla quale ho ribadito la mia totale estraneità ai fatti».

+++L’ARTICOLO COMPLETO SULL’EDIZIONE ODIERNA DEL QUOTIDIANO CARTACEO+++

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