Disidratazione. Parte dal certificato medico firmato al Pronto soccorso l’indagine della Procura di Salerno sulla morte di Andreina Pacifico. La 61enne sarebbe stata salvata se i medici avessero scoperto subito l’ischemia cerebrale? L’infermiera, deceduta venerdì, venne mandata a casa con una diagnosi errata: disidratazione. La conferma arrivò in poche ore. Vomito, capogiri e vertigini non hanno mai abbandonato la paziente giunta in ospedale il 12 luglio scorso e morta il 4 ottobre, dopo tre mesi di agonia in quattro reparti del Santa Maria della Speranza di Battipaglia.
Disidratazione. È il referto che ha spinto la famiglia Pacifico già il 20 agosto scorso a rivolgersi ai Nas di Salerno per la prima denuncia. L’infermiera era finita in Rianimazione dopo una catena di errori commessi da più medici. Per ora si tratta di ipotesi che i pm titolari delle indagini, Mafalda Daria Cioncada ed Elena Cosentino, dovranno valutare nelle prossime ore e tradurre in avvisi di garanzia se ravviseranno responsabilità mediche, prima dell’autopsia che si terrà a Roccadaspide dove la salma di Andreina è custodita in obitorio, sotto sequestro. La famiglia della vittima è difesa dagli avvocati Antonio Nobile e Ivan Raffaele Pacifico.
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