Emergono nuovi e inquietanti dettagli dalle dichiarazioni rese dallo scafatese 29enne Giuseppe Di Dato, collaboratore di giustizia, nell’interrogatorio reso nel carcere di Ariano Irpino alla presenza ai pm della Procura Antimafia di Salerno, Elena Guarino e Carlo Rinaldi, ha fatto luce su traffici di droga, estorsioni e i complessi legami interni al clan criminale operante tra Scafati e zone limitrofe.
Importanti sono state le rivelazioni sui traffici di droga.
Il fornitore
Uno degli aspetti centrali dell’interrogatorio, infatti, ha riguardato Michelangelo Aquino, ritenuto il principale fornitore di droga per il clan. «Aquino ci portava cocaina ogni settimana. Io stesso ho assistito più volte alla consegna della droga a Salvatore Di Paolo e Antonio Forte. Era tutto organizzato: ci incontravamo nei cortili di certi palazzi, o in case popolari dove tenevamo la merce nascosta».
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