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Battipaglia, omicidio Troisi: «Il marito era lucido»

La relazione della psichiatra Russo: «Il 41enne attribuisce la colpa alla vittima: si giustifica e deresponsabilizza»
Battipaglia, omicidio Troisi: «Il marito era lucido»

Omicidio Troisi, depositata la perizia della psichiatra Gabriella Russo. «Al momento di compiere il fatto, le capacità di comprendere il disvalore sociale dell’azione compiuta da parte del periziato risultano integre e non compromesse ». Marco Aiello, imputato dell’uccisione della moglie «ha piena capacità di partecipare al processo a suo carico, nonchè di comprendere i fatti che gli vengono imputati». L’imputato del femminicidio di Maria Rosa Troisi è capace di intendere e di volere. Nella valutazione peritale si evince che l’imputato «è lucido, orientato nel tempo e nello spazio. Il linguaggio appare fluente e adeguato. Le capacità ideative sono superiori al livello socio culturale. Quando si discute dei fatti accaduti, Aiello tende ad avere un pensiero ricco di dettagli irrilevanti. È lento e perseverante. Ci sono istanze allusive e interpretazioni deliranti, tutte relative a quei momenti».

I momenti in questione sono quelli relativi all’uccisione della moglie. «I pensieri non vengono ripetuti. Non si verificano allucinazioni imperative. L’umore appare congruo alla condizione detentiva. Il coinvolgimento emotivo non sempre è adeguato ai vissuti esplicitati. Il signor Aiello manifesta distacco emotivo per quanto accaduto. Tende a vittimizzarsi. Non nutre fobie. Nè sentimenti di panico». Durante il colloquio, si evidenzia nella relazione, si mostra spesso narcisista: «Il periziato ha la necessità di suscitare ammirazione nell’interlocutore. Riferisce i propri successi lavorativi, raccontando di ricevere solo lavori di clienti di un certo livello. Affermando di gestire l’impresa idraulica in maniera diversa rispetto al padre». L’obiettivo è dimostrare di essere economicamente e professionalmente autonomo. Il test è durato un’ora e un quarto: «Il livello di attenzione non è cambiato. Le risposte erano coerenti. Si è difeso, sostenendo di essere una persona al di sopra di ogni critica».

C’è poi il profilo clinico. «Aiello mostra una indifferenza verso le norme e i valori sociali. I suoi valori morali sono incerti. È concentrato su se stesso. Non si assume le responsabilità del proprio comportamento. Giustifica i propri difetti e colpevolizza gli latri per le proprie difficoltà. Si comporta senza considerare le conseguenze delle proprie azioni. È una persona irritabile, prova sentimenti d’ira che esprime con esplosioni emotive incontrollate». Alla fine della perizia, la dottoressa Russo precisa: «Aiello attribuisce la colpa e la responsabilità dell’azione alla vittima. Si giustifica, si deresponsabilizza».

La casalinga 37enne d’origini solofrane venne uccisa il 20 settembre d’un anno fa dal marito nel villino di via Flavio Gioia, in località Lago di Battipaglia, con la consequenziale morte del feto che portava in grembo. Gli avvocati delle parte civili hanno chiesto l’unificazione dei due procedimenti (le legali Angela Inghilleri , che assiste i figli minori della Troisi e dell’imputato affidati alla curatrice speciale Rosanna Carpentieri), e Norma Marranzini , rappresentante d’uno dei due fratelli della vittima, che vivono in Inghilterra. L’idraulico battipagliese Marco Aiello, 41 anni, è assistito dall’avvocato Giovanni Giuliano. È accusato di aver sferrato i fendenti fatali al collo della moglie. Deve rispondere in Corte d’Assise (Vincenzo Ferrara presidente) anche della morte del feto che Troisi aveva in grembo.

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