Personale ridotto all’osso e pazienti con scarsa assistenza e lasciati in condizioni talvolta indecorose. Ne è convinta Palmina Nesta, di Bellizzi, raccontando della degenza del padre 88enne, Salvatore, all’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno, ancora colpita dalle condizioni indecenti in cui ha trovato pochi giorni fa il genitore.
Il racconto
«Ho trovato mio padre sporco di sangue, sporche anche le lenzuola, in un forte stato di agitazione in quanto non può parlare, senza assistenza e impossibilitato a girarsi per cambiare posizione perché paralizzato da un lato del corpo in seguito a un’ischemia, senza che il personale si fosse accorto di nulla», racconta. La signora Nesta non sa per quanto tempo il padre sarebbe rimasto in quelle condizioni se non fosse arrivata in ospedale e non avesse sollecitato, con tono fermo e deciso, l’intervento del personale sanitario.
La carenza di personale
La spiegazione che le è stata fornita è che in ospedale sono in pochi purtroppo a lavorare, e che si fa quel che si può per assistere le persone ricoverate; ma, proprio per la carenza di personale, non è possibile monitorare con costanza ogni singolo paziente. «La sanità – sottolinea la signora Nesta – è in condizioni incedenti, sono troppo pochi in ospedale e non riescono sempre a seguire con assiduità ogni degente. Una giustificazione assurda…». Perché, a suo avviso, un ospedale ha il dovere di fornire prestazioni adeguate, visto che «ciascun cittadino ha il diritto si essere assistito al meglio e tenuto in condizioni igieniche e sanitarie adatte».