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Antonio Vivone, odissea in tre ospedali prima di morire

Effettuata l’autopsia sulla salma dell'uomo, diversi medici non si erano accorti dell’intestino perforato
Antonio Vivone, odissea in tre ospedali prima di morire

L’intestino perforato gli provocava un dolore lancinante enorme. Antonio Vivone, 60 anni, carabiniere in pensione, ha preso qualche farmaco. Degli antinfiammatori. Poi non ha retto. Le fitte erano insopportabili. E si è diretto da Montecorvino Pugliano all’ospedale Ruggi di Salerno. Era agosto.

La gente in vacanza non ha svuotato l’ospedale. Vivone ha fatto la scheda, ha lasciato i suoi dati, si è seduto in sala d’attesa. E ha aspettato sette ore che qualche medico lo chiamasse. Il dolore ha continuato a non dargli tregua. Ma niente, nessuno si è affacciato dal Pronto Soccorso per fare il suo nome. Per invitarlo a entrare per visitarlo. Magari scoprendo in tempo che aveva l’intestino perforato.

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