L’anno zero delle scuole a Salerno si arricchisce di un nuovo intoppo che riguarda uno dei servizi legati al mondo dell’istruzione che, all’ombra del Castello d’Arechi, funziona meglio: la mensa. Eppure anche per la refezione sono stati pescati nuovi cartellini dalla pila degli imprevisti, già nel secondo giorno del servizio curato per conto del Comune di Salerno dal raggruppamento temporaneo d’imprese guidato dalla società Vivenda, che, lo scorso anno, si era aggiudicato la gara d’appalto. Gli intoppi, in particolare, si sono registrati presso la scuola “Giacomo Costa”, la struttura che – sembra quasi un beffardo scherzo del destino – ospita anche degli uffici comunali del settore istruzione. In occasione del pranzo di martedì, così come raccontato da alunni e genitori, molti studenti che partecipano al servizio di refezione sono rimasti senza primo piatto: niente pasta al pomodoro perché «era finita».
E, così, diversi alunni dell’elementare della “Giacomo Costa” sono rimasti a digiuno, scartando anche il secondo che prevedeva una frittata. Ma come mai il numero dei primi piatti da servire era inferiore rispetto a quando davvero necessario? Le risposte, dopo qualche ora d’attesa, sono prontamente arrivate. Dietro il “digiuno forzato” di alcuni studenti, infatti, c’è un errore umano, una sorta di “cortocircuito” nel sistema di prenotazione dei pasti per la mensa scolastica. Lo scorso 27 agosto, infatti, il direttore del settore, Alberto Di Lorenzo, ha inviato una nota ai dirigenti scolastici, rendendo noto l’avvio del servizio mensa a partire dal 16 settembre, uno dei primi capoluoghi di provincia del Mezzogiorno a partire con i pasti a scuola nel 2024. Nella nota, veniva precisato che «gli utenti interessati ad usufruire del servizio dal primo giorno di attivazione, dovranno presentare la domanda d’iscrizione entro e non oltre il 31 agosto. Coloro che effettueranno l’iscrizione oltre la suddetta data, verranno abilitati alla fruizione del servizio a partire dal 23 settembre».
E, in base alle “indagini interne”, si sono fatti avanti per il pasto anche bambini per cui era prevista la partenza del servizio mensa a partire da lunedì prossimo in quanto non avevano visto rinnovata l’iscrizione per usufruire del servizio dal primo giorno. Le addette alla mensa, inevitabilmente, non gli hanno negato il piatto di pasta che, dunque, è andata ben presto esaurendosi.
Le successive verifiche hanno consentito di appurare che dalla scuola “Giacomo Costa” era stato trasmesso l’elenco completo degli alunni che partecipano al servizio di refezione, aggiungendo anche gli studenti che inizieranno a sedersi con i compagni a tavola a partire da lunedì prossimo. Un cortocircuito che, dunque, ha portato la ditta che prepara i pasti per la mensa a portare dal centro di cottura di Pontecagnano Faiano e scodellare direttamente in piatti “plastic free” soltanto un numero determinato di pasti. Un “errore umano”, un misunderstanding sulla trasmissione dei dati che arricchisce di un nuovo episodio negativo l’anno zero delle scuole a Salerno.