I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Salerno hanno dato esecuzione questa mattina all’ordinanza applicativa della misura cautelare del “divieto di dimora nel territorio del Comune di Salerno” disposta dal gip del Tribunale Ordinario di Salerno su richiesta dellaProcura della Repubblica nei confronti di Enrico Coscioni, Direttore del Dipartimento di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragond’ di Salerno.
L’ordinanza è stata disposta in aggravamento ed in cumulo alla precedente misura interdittiva del “divieto di eserckzo della professione medica e delle attività ad essa inerenti” alla quale il Coscioni era stato sottoposto il 6 marzo 2024 unitamente ad altri componenti dell’equipe cardio-chirurgica da questi presieduta in relazione alla vicenda concernente il decesso del signor Umberto Maddolo in occasione dell’intervento chirurgico di “sostituzione valvolare aortica con bioprotesi e tivascolarizazione coronarica” cui era stato sottoposto il 20 dicembre 2021 presso il reparto di cardiochirurgia nonché alle connesse omissioni del report cardiochirurgico avente ad oggetto l’intervento eseguito sul paziente.
In particolare, secondo la ricostruzione prospettata da questa Procura e, allo stato, condivisa dal giudicante, il Coscioni ha continuato, dopo l’applicazione della misura interdittiva, a gestire di fatto il reparto di cardiochirurgia della struttura ospedaliera “San Giovanni Di Dio e Ruggi d’Aragona”, impartendo regolarmente disposizioni in ordine alla gestione dei pazienti, determinando il ricovero di pazienti dal Pronto Soccorso al reparto da lui stesso diretto, attivando medici e personale sanitario, fornendo consulenze a colleghi in ordine alle terapie che dovevano essere eseguite sui pazienti, così esercitando la professione medica nonostante le inibizioni e le attività ad essa inerenti, tra cui quelle di natura amministrativa, violando sistematicamente le prescrizioni impostegli con la misura interdittiva.
Secondo la prospettazione fatta propria dal gip, pertanto, l’impossibilità di formulare alcun affidamento sulla capacità del dirigente medico di rispettare le prescrizioni ha imposto l’allontanamento del primario dalla struttura ospedaliera salernitana.
«E’ gravissimo che l’autorità giudiziaria abbia dovuto emettere un provvedimento di divieto di dimora per Coscioni. L’ex presidente dell’Agenas non rispetta il provvedimento di sospensione dalla professione medica, continua ad insegnare all’Università degli Studi di Salerno e continua ad esercitare un potere finalizzato alla clientela politica come nella peggiore tradizione deluchiana. Ho già prodotto interrogazioni su questo e mi compiaccio che la magistratura segua la vicenda perché siamo al cospetto di persone che, evidentemente, pensano di potersene infischiare della Legge. In ultima analisi è questo l’atteggiamento che ha determinato lo sfascio della sanità in Campania con primari elettorali. Pensano a far passare il diritto alla salute dei cittadini per un’elemosina ma presto spazzeremo via De Luca, il Pd, i diversamente Pd e tutti quelli che albergano in questa logica perversa che pagano i cittadini». Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, commissario Regionale del Partito in Campania.
«In passato lo abbiamo difeso per solidarietà tra colleghi – ha dichiarato Mario Polichetti (Udc Sanità Nazionale) – ma oggi non posso che esprimere profondo sdegno. Il comportamento di Enrico Coscioni è stato inaccettabile, soprattutto in un contesto delicato come quello della sanità pubblica, dove la fiducia e il rispetto delle regole sono fondamentali per la tutela dei pazienti». Polichetti ha sottolineato come la sua precedente difesa di Coscioni fosse dettata da un senso di lealtà professionale, ma ha aggiunto: «Ci sono dei limiti che non possono essere superati. Coscioni ha continuato a gestire il reparto di Cardiochirurgia, nonostante il divieto di esercitare la professione medica, e questo è gravissimo. Ha violato le prescrizioni imposte dalle autorità e ha messo a rischio l’intero sistema sanitario locale» Riguardo alle possibili conseguenze, Polichetti ha concluso: «Mi aspetto che l’Ordine dei Medici prenda provvedimenti seri. Non possiamo permettere che episodi del genere mettano in cattiva luce l’intera comunità medica. È necessario intervenire con fermezza per salvaguardare la credibilità della nostra professione».