Quarantaquattro. Cifra maledetta nei capannoni della Cooper Standard, la più popolosa delle industrie battipagliesi, inoperosa da ieri mattina, day one dello sciopero a oltranza proclamato dalle organizzazioni sindacali. Quarantaquattro è la percentuale del calo di commesse che i 500 operai si sono ritrovati di fronte nei giorni scorsi, di rientro dalle ferie. I particolari, i pezzi da produrre per conto dei veicoli del gruppo Stellantis, sono sempre gli stessi: guarnizioni delle Alfa Romeo Tonale e Stelvio, della Fiat Panda e delle Jeep Renegade e Compass, con l’incognita del Ducato, conteso tra lo stabilimento battipagliese e quello di Sremska, in Serbia.
Nella mattinata di ieri, subito dopo la partecipata assemblea lampo ai piedi dell’opificio, il responsabile dell’impianto, Pietro Mancuso, ha convocato le sigle sindacali. I referenti di Stellantis, che martedì sera, unitamente ai vertici della Cooper, erano stati tempestivamente avvertiti della drastica decisione dei lavoratori battipagliesi, vogliono i prodotti necessari ad assemblare gli automezzi (pochi: il calo delle commesse, comunque fisiologico sul finir dell’estate, è figlio del ribasso della domanda di veicoli) da immettere sul mercato. Nei depositi aziendali sono stoccate delle guarnizioni finite: potrebbero arrivare i tir di Stellantis per prenderli e portarli via. Com’è stato portato via il da farsi, delocalizzato negli stabilimenti dell’Est Europa, dove la manodopera costa di meno. «Facciamo appello a Stellantis e Cooper – le parole delle maestranze – perché prediligano la qualità al risparmio».