È prigioniera in una casa popolare. E all’Acer. L’Agenzia campana per l’edilizia residenziale, fanno orecchie da mercante. Nonna Carmela non può più uscire dal suo alloggio. È anziana, ha gravi problemi di salute e sta incontrando serissime difficoltà a scendere dal secondo piano della palazzina nella quale abita, a Santa Lucia di Cava de’ Tirreni, e nonostante siano trascorsi due anni dal primo sollecito volto a ottenere l’installazione dell’agognato ascensore, dall’agenzia erede del fu Istituto autonomo case popolari, non è mai arrivato uno straccio di risposta.
A scrivere all’Acer è stato il figlio di Carmela Ferrara, la “prigioniera” di 86 anni. La prima mail risale al 6 dicembre di due anni fa. «Si richiede – l’accorato appello di Antonio D’Amico – secondo la normativa per l’abbattimento delle barriere architettoniche per le persone con ridotta e impedita capacità motoria e sensoriale l’installazione di un ascensore al palazzo al civico 72 di via Giuseppe Vitale, locato alla signora Ferrara Carmela». Alla mail, rimasta inevasa, il figlio della signora Ferrara ha allegato la documentazione richiesta ai sensi della legge 104 degli inquilini che vivono all’interno dello stabile, che ospita più d’una persona che convive con disabilità. A gennaio e a febbraio del 2023, poi, sono state inviate la seconda e la terza richiesta. Il risultato non è cambiato: nessuna risposta è mai pervenuta al mittente.