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Battipaglia, sangue e bottigliate: violenza senza fine

di Carmine Landi
Marocchino aggredisce la titolare del bar padrona dei pitbull di Campolongo. Poi la lite col connazionale: ferito
Battipaglia, sangue e bottigliate: violenza senza fine

L’asfalto lastricato di chiazze di sangue, i cocci delle bottiglie di vetro disseminati ovunque, pantofole e stracci madidi di materiale ematico, un’auto in frantumi e un bar distrutto. In via Lagomare, periferia battipagliese a due passi dalla battigia, pare sia passato un uragano: sembra la scena d’un omicidio, quella repertata dai carabinieri. Invece al termine del mercoledì delle furiose bottigliate il giovane marocchino apparentemente sulla trentina, senza nome né cognome, non è neppure in pericolo di vita: ha una ferita tra il braccio e la spalla, dovrebbe cavarsela con una decina di giorni di prognosi. Potrebbe essere dimesso già oggi. Nonostante i sanitari e gli investigatori lo abbiano rinvenuto in una pozza del suo stesso sangue. E’ sconosciuto: non ha documenti di riconoscimento ed è risultato più che positivo ad alcol e drug test (cocaina), motivo per il quale i medici del reparto di Chirurgia d’urgenza del Ruggi hanno dovuto sedarlo. Impossibile chiedergli il nome.

La violenza

L’ennesimo degli episodi di cruenta violenza tra cittadini extracomunitari si verifica nello slargo di via Lagomare, ai piedi del bar Maluma e del dispensario farmaceutico Aulisi. Il giovane è noto in zona: spesso s’intrattiene lì, in un’area che è ritrovo abituale per i tanti stranieri che popolano la litoranea. Beve qualche birra, a volte presa proprio al bar gestito da una 32enne battipagliese residente a Eboli: è la proprietaria dei pitbull che il 22 aprile scorso uccisero il piccolo Francesco Pio D’Amaro, tredici mesi appena. Proprio con lei il marocchino avrebbe dato il peggio di sé, stando al racconto della donna, che ieri pomeriggio è stata escussa dai carabinieri come persona informata sui fatti.

Il raptus

Poco dopo le 9,30 il giovane era seduto sul marciapiede a lato del dispensario: ai suoi piedi c’erano due bottiglie di birra Peroni già mandate giù, la terza la stava finendo. La titolare del bar era dedita a rimuovere i rifiuti ai piedi del suo bar: si sarebbe avvicinata al giovane e gli avrebbe chiesto di lasciar pulita l’aiuola dopo aver bevuto. A quel punto sarebbe divampata la furia dell’uomo, ubriaco fradicio. Avrebbe lanciato le due bottiglie vuote contro la donna: la prima sarebbe finita contro la parete adiacente all’ingresso del dispensario farmaceutico, la seconda avrebbe colpito la testa della 32enne ma senza finire in frantumi né arrecare danni.

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