Ultimo atto. Le residuali speranze di Francesco Mallardo, classe ’51, boss dell’omonimo clan di Giugliano in Campania, d’uscire pulito dall’omicidio dell’autotrasportatore pontecagnanese Aldo Autuori s’infrangono contro la sentenza della Quinta sezione penale della Corte di cassazione, che ha rigettato il suo ricorso straordinario. Sono state depositate le motivazioni della decisione degli ermellini, che hanno confermato la condanna a trent’anni di reclusione inflitta al capoclan, difeso dagli avvocati Gian Paolo Schettino e Nicola Quatrano. Il verdetto è di febbraio, ma è stato reso pubblico solo nelle ultime ore.
Condanne rigettate
Un anno prima gli ermellini della Prima sezione penale avevano già rigettato i ricorsi dei cinque imputati, rendendo irrevocabili le condanne a trent’anni ciascuno, già confermate dalla Corte d’assise d’appello di Salerno, per i mandanti dell’omicidio volontario premeditato con l’aggravante della finalità di sfruttamento del metodo mafioso: Francesco Mogavero di Pontecagnano Faiano, il “gemello” Enrico Bisogni di Bellizzi, il reggente del clan Cesarano, il “profeta” Luigi Di Martino, il boss di Giugliano e l’affiliato Stefano Cecere. Ora l’atto d’impugnazione straordinaria della sentenza della Corte suprema.
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