«Fiorenzo Zoccola? Era una figura mitologica sotto il porticato del Comune». Processo cooperative sociali, il teste Adolfo Salsano definisce così il ras delle coop “Vittorio”. Il funzionario del Comune di Salerno e attuale presidente del Consiglio comunale di Cava, ascoltato all’ennesima udienza su richiesta della difesa di Zoccola, conferma la presenza assidua del capo di diverse coop sotto gli uffici di via Roma e il suo interessamento per controllare l’avvenuto pagamento delle spettanze relativi agli affidamenti della manutenzione del verde pubblico. Un pagamento che avveniva in contemporanea tra tutte le coop che, come ha specificato uno dei responsabile del settore economico finanziario del Comune di Salerno, spesso inciampava nelle difficoltà di bilancio comunale, specie tra luglio e agosto.
A sollecitare il pagamento delle spettanze erano i dipendenti e mai i politici, anche perché «quando ci sono problemi di cassa non ci sono segnalazioni che tengano». Dopo le domande dell’avvocato Giuseppe Della Monica, difensore del presidente di alcune coop, è arrivata una del collega Giovanni Annunziata, difensore dell’altro coimputato, il consigliere regionale Giovanni Savastano, detto Nino, all’epoca delle elezioni regionali del 2021 era assessore alle Politiche sociali. «Conosco da anni sia Zoccola sia Savastano. Li ho conosciuto come amici, poi si sono allontanati… Stavo festeggiando l’invio della mia domanda di pensionamento, un paio di anni fa, e ho incontrato sia Zoccola sia Savastano al bar Umberto e ho detto loro: “vi ho conosciuto come amici e vorrei che tornaste amici”. Cosi tornarono ad essere amici».