“Scusate, ma la sala mortuaria è chiusa? Il defunto dove lo mettiamo?”. La scena che si è verificata ieri mattina all’ospedale di Eboli ha spiazzato le agenzie funebri. Non i dipendenti dell’ospedale. Sabato mattina non c’era nessun impiegato di turno. Nemmeno il reperibile. Con il tetto agli straordinari, imposto dall’Asl, la scena è destinata a ripetersi. Obitorio chiuso, attendere please, sarà la risposta più frequente dei prossimi mesi. A dover risolvere il problema sono i dipendenti della Direzione Sanitaria. Telefono alla mano, devono contattare uno per uno i dipendenti del servizio morgue (sala mortuaria). E con voce pietosa ma convinta, tra mille per piacere e per favore, devono convincerli a raggiungere l’ospedale. Aprire la sala mortuaria, sistemare il deceduto in una cella frigorifera, firmare carte e documenti, chiudere tutto e tornare a casa. Ieri, con il tempo nuvoloso, precipitazioni sparse e clima sotto i trenta gradi, è stato facile trovare un reperibile.
Dopo “solo” due ore, il deceduto nel reparto è arrivato in obitorio. Da luglio a settembre, le previsioni sono tutt’altro che rasserenanti. Il rischio di trovare la sala mortuaria chiusa, è alto. L’impresa complicatissima è convincere uno dei dipendenti a lasciare l’ombrellone, salutare la famiglia in spiaggia, indossare infradito, maglia e pantalone e tornare in ospedale. Gratis.