L’eclatante tentativo di parricidio risale al 28 marzo del 2020, al tempo in cui l’Italia intera era barricata in casa alle prese con l’incubo del Covid. Per quelle coltellate sferrate all’addome del padre il 28enne del rione Sant’Anna era già stato condannato a tre anni di reclusione con l’accusa di tentato omicidio: aveva espiato la sua pena.
A suo carico, però, adesso ce n’è un’altra, seppur non ancora definitiva. Quest’anno ha preso il via il processo d’Appello: il giovane, difeso dall’avvocato Stefania Grisi, ha impugnato la sentenza per mezzo della quale Giovanni Rossi, giudice monocratico della Seconda sezione penale del Tribunale di Salerno, gli ha inflitto la condanna a sei mesi di reclusione e a un anno di libertà vigilata: i reati, stavolta, sono di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni aggravate ai danni d’un sovrintendente del Commissariato della polizia di Stato di Battipaglia (refertato al Ruggi con una lesione al polso destro) e di minacce gravi, nuovamente di morte al padre.