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Tragedia di Eboli, l’esperto: «Cani non cattivi ma gestiti male»

Il veterinario Federico Coccìa: «Questi animali sono stati lasciati a loro stessi ed è una gravissima responsabilità»
Tragedia di Eboli, l’esperto: «Cani non cattivi ma gestiti male»

«Se nel caso drammatico del piccolo morto a Eboli si attaccano i cani vuol dire che c’è molta ignoranza e mancanza di conoscenza su questi animali. Ci sono dei cani di taglia grande, media e piccola: se ti morde il primo ti fa molto male e puoi rischiare anche la vita, se ti mode il secondo o il terzo no. Quindi, non ci sono razze pericolose ma c’è la pessima gestione dei cani. Sono addolorato per quanto accaduto a questo bimbo di 13 mesi ma la responsabilità è unicamente del proprietario che si è macchiato di malagestione, non dando regole e misure ai pitbull che sono stati messi in un giardino a fare la guardia. E inoltre non li ha curati, questi cani non conoscono il limite tra il bene e il male, tra un carezza e una aggressione ad un bambino. Sono stati lasciati a loro stessi: una gravissima responsabilità» Così Federico Coccìa, veterinario a Roma, interviene su quanto accaduto a Eboli dove un bambino di 13 mesi è stato azzannato da due pitbull ed è morto per le ferite subite.

Secondo l’esperto, «due cani di quella taglia e potenza vanno poi assicurati all’interno di un area ben delimitata e che non possano uscire da quello spazio, ma soprattutto dobbiamo smetterla di considerare questi animali come “da guardia” per un giardino o un terrazzo, non sono guardie ma amici e componenti della famiglia vanno educati con regole e dobbiamo passare del tempo con loro, amarli e non chiuderli in un recinto per ringhiare e far paura agli estrane

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