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Pagani, chiuso il reparto appena inaugurato

di Salvatore D’Angelo
La divisione Oncologica aperta una settimana fa da De Luca aprirà i battenti solo a maggio
Pagani, chiuso il reparto appena inaugurato

Stessi infermieri per servizi e turni ampliati. È la situazione che si verificherà al reparto di Oncologia dell’ospedale Andrea Tortora di Pagani. La divisione specialistica è stata inaugurata una settimana fa, ma entrerà in funzione dal 2 maggio. Un tempo tecnico necessario, ha spiegato il primario Giuseppe Di Lorenzo, per consentire il trasferimento di arredi e apparecchiature, ma anche per l’organizzazione dei turni. Un cronoprogramma indicato anche dal direttore generale dell’Asl, Gennaro Sosto, al taglio del nastro alla presenza del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.

A destare più preoccupazione è però la turnazione degli infermieri. A rilevarlo è la Cisl Funzione pubblica provinciale, che ha inviato una lettera ai vertici aziendali e di presidio sollevando una serie di criticità. Infatti, gli infermieri in servizio, 19 più la coordinatrice, finora riuscivano a garantire una molteplicità di attività ambulatoriali perché non erano impiegati per i turni in quanto il reparto di Oncologia era ospitato da quello di Ematologia. Insomma, gli operatori sanitari si potevano dedicare ad altre attività di assistenza oncologica.

Ora, dovendo coprire i turni in reparto, prestando assistenza agli otto posti letto di degenza residenziale, a cui si sommano i 10 in day hospital, la coperta diventa corta. Lo hanno sottolineato Gianfranco Maiorino, Andrea Pastore e Alfonso Della Porta: «Pur riconoscendo il concreto impegno ed il merito che ha consentito la realizzazione del reparto di Oncologia», la Cisl Fp «si vede costretta a segnalare il grave disagio assistenziale a cui rischiano di essere esposti e sottoposti i pazienti e di conseguenza il personale». Insomma, per «garantire l’ordinaria gestione della turnistica degli addetti del reparto, si rischia concretamente di compromettere i servizi annessi e quelli connessi, che si riflettono inevitabilmente e negativamente attesa la particolare “fragilità” dei pazienti oncologici».

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