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Pontecagnano, delitto Autuori: è scure su Di Martino

di Carmine Landi
La Corte di cassazione rigetta il ricorso straordinario del “profeta”, intermediario che procacciò gli assassini
Pontecagnano, delitto Autuori: è scure su Di Martino

A nove anni dal delitto di via Toscana, gli ermellini della Corte di cassazione hanno scritto la parola fine in calce alla lunga storia giudiziaria dell’omicidio di Aldo Autuori. L’ultimo irrevocabile atto è la sentenza di rigetto del ricorso straordinario proposto da Luigi Di Martino, classe ‘61, boss del clan Cesarano di Castellammare di Stabia. La pena definitiva a trent’anni di carcere è stata confermata dai giudici della Quinta sezione penale (presidente Gerardo Sabeone, relatore Michele Cuoco) della Corte suprema, che nelle scorse ore hanno depositato le motivazioni del dispositivo emesso sul finir di gennaio scorso.

Il verdetto impugnato

Di Martino, detto ‘o profeta, difeso dall’avvocato Dario Vannetiello, ritenuto l’intermediario, il procacciatore degli assassini, aveva impugnato il verdetto per mezzo del quale, a febbraio del 2023, gli ermellini della Prima sezione penale avevano rigettato i ricorsi dei cinque imputati, rendendo irrevocabili delle condanne a trent’anni ciascuno, già confermate dalla Corte d’assise d’appello di Salerno, pure per i mandanti del delitto, Francesco Mogavero di Pontecagnano Faiano e il “gemello” Enrico Bisogni di Bellizzi, per il capoclan di Giugliano in Campania Francesco Mallardo e per l’affiliato Stefano Cecere.

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