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Salerno, Consiglio e veleni: Avossa vacilla ma non lascia

di Eleonora Tedesco
L'assessore al Bilancio resta al suo posto, rischiano revisori e dirigenti: ora la resa dei conti
Salerno, Consiglio e veleni: Avossa vacilla ma non lascia

«Ho dignità da vendere altrimenti mi sarei dimessa prima di questo Consiglio comunale»: pronunciate nel pieno della discussione sulla variazione al previsionale, le parole dell’assessore al Bilancio, Eva Avossa, hanno gelato e confuso l’aula. «Ma allora si dimette alla fine della seduta», si interroga il consigliere Michele Sarno, confuso come la gran parte dei colleghi di opposizione – che fino ad allora non le avevano lesinato critiche – e di maggioranza, già provati dal doversi presentare in aula per correggere quell’errore nei numeri del bilancio di cui sono stati le prime “vittime”. «L’errore che è stato commesso – sottolinea il consigliere Antonio Cammarota chiama in causa la credibilità delle istituzioni».

Le reazioni

«Mi appello alla sua coscienza – incalza Catello Lambiase del Movimento 5 Stellee le chiedo di fare una riflessione e chiedersi se i cittadini si possono fidare di lei». Uno dopo l’altro, dai banchi dell’opposizione, la parola d’ordine è una: l’assessore deve lasciare il suo posto. Passo indietro che, probabilmente, non toccherà alla parte politica. Ma resta il dato politico di un’assessore sfiduciata da parte del Consiglio. «Il ruolo di un assessore – ricorda la consigliera pentastellata Claudia Pecoraroè dare l’indirizzo politico ma anche di esercitare il controllo sulla correttezza, efficacia ed efficienza degli atti. Questo controllo è mancato. A questo punto non ritiene di dover fare un passaggio politico e quantomeno presentare le sue dimissioni». Ancora più netto il consigliere del Gruppo misto, Domenico Ventura, che ironizza sul fatto che alcuni assessori abbiano dei tutor: «Noi invitiamo l’assessore e arriva il consulente Della Greca…».

Sotto accusa

Ma sulla graticola non finisce soltanto l’assessore: sotto accusa anche la dirigente della Ragioneria, Francesca Tommasino, il collegio dei revisori dei conti e tutta la parte tecnica che guida la macchina dell’amministrazione. In aula anche la protesta di Sinistra italiana con alcuni attivisti che hanno esposto dei cartelli in cui si chiedono le dimissioni della giunta e ricordando che Salerno «è una delle città più indebitate d’Italia. Ognuno di noi ha un debito di circa 3mila euro».

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