La casa circondariale di Salerno/Fuorni è il carcere campano, assieme a quello di Avellino, che più degli altri risente del fenomeno dei droni che trasportano carichi proibiti dall’esterno: sostanze stupefacenti o cellulari che, una volta consegnati dall’alto, vengono poi raccolti dai detenuti. Non ha dubbi il segretario generale del Sindacato polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, nel definire la situazione della struttura di via Del Tonnazzo «critica», come del resto tutte le carceri italiane. «A Salerno, come altrove – dice quasi sconsolato Di Giacomo – gli agenti della penitenziaria si sentono abbandonati».
Lo sciopero della fame
Perciò Di Giacomo è in sciopero della fame e sta facendo il giro di tutti i penitenziari italiani, cercando di sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di interventi – rapidi e risolutivi – per rinforzare gli organici e le strumentazioni a disposizione degli agenti. «La mia protesta – ha spiegato ieri mattina il sindacalista davanti all’ingresso della struttura di via del Tonnazzo – serve anche a denunciare il disinteresse assoluto da parte dell’amministrazione penitenziaria e della politica. E ciò che mi spaventa di più e che all’orizzonte non ci siano soluzioni. Quest’anno abbiamo avuto in Italia già 30 suicidi di detenuti, tre di poliziotti penitenziari e tre omicidi all’interno delle carceri. Solo l’anno scorso sono stati sequestrati in totale ben 2800 telefonini e più di 11 chili di sostanza stupefacente. E, come ciliegina sulla torta, 1854 poliziotti penitenziari feriti e costretti a ricorrere alle cure dell’ospedale».