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Eboli, pozzanghera “mortale”: assolti La Corte e Bruno

di Francesco Faenza
I due funzionari comunali erano accusati della morte di Fabrizio Caputo
Eboli, pozzanghera “mortale”: assolti La Corte e Bruno

La Corte di Cassazione assolve Rosario La Corte e Damiano Bruno. Erano accusati dell’omicidio di Fabrizio Caputo, cameriere deceduto in un incidente stradale nel gennaio del 2010. I due imputati erano difesi dagli avvocati Fausto Vecchio e Martino Melchionda. La Corte, ex ingegnere capo del Comune di Eboli, e Damiano Bruno, responsabile dell’ufficio manutenzione, erano accusati della mancata edificazione di una caditoia, ai piedi della collina dei “Monti di Eboli”.

I due funzionari comunali avrebbero progettato il nuovo marciapiede. Sotto, però, mancava la buca per far defluire l’acqua che “scendeva” dalla collina, conosciuta come vecchio parco dell’amore e nota per la presenza di una pizzeria con la prima e unica pista di pattinaggio in cemento a Eboli.

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