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Venerdì Santo, in scena il fascino antico delle confraternite

di Marianna Vallone
A Salerno e provincia uomini e donne sfilano tra preghiera e recita lungo i vicoli dei borghi rinnovando la passione e morte di Cristo
Venerdì Santo, in scena il fascino antico delle confraternite

Croci portate a spalla, volti mesti ed espressioni dolenti, tradizioni religiose ultrasecolari. Il culmine dei riti della Settimana Santa si raggiunge il Venerdì Santo, quando lungo le strade e i vicoli dei borghi della provincia gruppi di uomini e donne, raffiguranti la Passione e Morte di Cristo, sfilano tra preghiera e recita. Processioni che hanno radici culturali e religiose profonde.

Costiera

Come a Ravello, in Costiera Amalfitana, con la Processione di Cristo Morto e le strade avvolte dal canto dei “battenti”, una testimonianza di antiche pratiche prima popolari e poi confraternali che da secoli si compiono annualmente durante la settimana santa. Uomini incappucciati vestiti di bianco, ricordo dei penitenti, intonano melodie antiche che costituiscono il patrimonio culturale di ciascun comune della Costiera, guidano un percorso che si snoda lungo le chiese. A Ravello, come a Minori, dove migliaia di lumini posti sui sui davanzali creano una scenografia eterea, e ad Amalfi. La processione del Venerdì Santo ad Amalfi è uno dei momenti più toccanti della religiosità della Costiera. La cittadina si spegne al calar del sole, illuminata con le sole luci delle fiaccole e dei bracieri, che accompagnano il corteo e le voci del coro. Dopo aver attraversato tutta la città, la Statua del Cristo viene adagiata nella chiesa in piazza Municipio: la Madonna Addolorata fa quindi rientro, sola, nella cattedrale di Sant’Andrea. L’organizzazione di questo evento è affidata all’Arciconfraternita dell’Addolorata di Amalfi.

Cilento

Suggestione nel Cilento antico, in particolare nei paesi intorno al Monte Stella, per i pellegrinaggi delle confraternite presso gli altari della reposizione allestiti nelle chiese. Da Perdifumo a Montecorice, passando da Rocca Cilento a Sessa Cilento, da Pollica a Stella Cilento, sono numerose le “congrèe” in pellegrinaggio verso gli altari della Reposizione. Ogni paese, in alcuni casi anche ogni “casale”, ne ha una. Un rito collettivo arcaico dal fascino intenso. I ruoli nelle congreghe, le mozzette di colori diversi per ognuna, la nascita dei canti: una storia incredibile. In molti borghi del Cilento e Vallo di Diano andrà in scena (in alcuni Comuni è stata anticipata, a San Nicola di Centola si è tenuta ieri) la rappresentazione della Via Crucis Vivente. È il giorno di grande spessore devozionale e di tradizione popolare per il Cilento.

Agro

Suggestive anche le processioni delle “Croci” o “paputi”, che dalle prime luci dell’alba del Venerdì Santo, fino alla tarda mattinata, percorrono le strade di Sarno. Un rito antichissimo che affonda le sue radici nel 1200, quando a Sarno si costituirono le confraternite.

Nel capoluogo

Tradizione anche in città a Salerno con la Via Crucis per le strade della parrocchia Gesù Risorto. Il tema per le riflessioni è: “La verità dell’amore vi renderà liberi”. Il corteo religioso farà più soste. L’ultima stazione sarà emozionante con la deposizione del sudario nel sepolcro, fino all’assordante silenzio nel buio totale. Solo la voce del parroco, don Giuseppe Landi, riecheggerà per la rituale benedizione invitando tutti a “risorgere nel Signore con un cuore nuovo”. Sempre stasera presso la Cittadella Giudiziaria di Salerno la Parrocchia San Demetrio e la Pastorale Carceraria di Salerno hanno organizzato la Via Crucis per la Pace, con la partecipazione dell’Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, Monsignor Andrea Bellandi accanto al parroco di San Demetrio e cappellano del Carcere di Salerno, don Rosario Petrone e del presidente del Tribunale di Salerno, ma anche magistrati, responsabili della Polizia Penitenziaria e avvocati. Mentre presso la parrocchia Sant’Eustachio martire si svolgerà, alle ore 19, una suggestiva Via Crucis, che inizierà in chiesa per poi trasferirsi nel giardino e giungere quindi alla quattordicesima stazione: Gesù deposto nel sepolcro. Un monumento funebre con una grossa pietra che si aprire per accogliere il corpo di Cristo e poi verrà richiusa per essere fatta scivolare via la notte di Pasqua.

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